Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamoci)

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Nathan
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Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamoci)

Messaggio da Nathan »

qui per leggere il testo completo
https://progettogenderqueer.wordpress.c ... definirci/" onclick="window.open(this.href);return false;

Quando iniziai a percorrere la mia strada di consapevolezza e di attivismo dovetti aspettare alcuni anni prima di trovare una persona che sentissi a me vicina.
Un giorno su un portale allora chiamato GayRomeo conobbi un ragazzo che ai tempi si definiva gay, e a cui dissi di essere attivista.
Col tempo la nostra relazione finì, ma la nostra amicizia no, e, confrontandosi con una persona di genere non conforme, lui riuscì ad ammettere a se stesso e agli altri di non essere completamente omosessuale, di provare attrazione per uomini androgini e donne androgine, quasi di preferirli, ma a quel punto iniziò a riflettere su come entrare nel mondo gay aveva censurato questa sua identità ed istanza schiacciandolo nell’identità politica gay, facendogli credere che la sua presenza nel movimento era dovuta non alla sua bisessualità e alla rivendicazione di essa, ma alla sua “parte omosessuale” e alla difesa dei diritti omosessuali. A causa dello stigma da parte del mondo etero, ma soprattutto da parte del mondo omosessuale, e alla convenienza che questo mondo aveva a tenerlo tra le sue file di attivisti, era diventato uno dei tanti militanti contro l’omofobia e per i matrimoni gay.
Oggi Leonardo è un attivista per la pansessualità e la bisessualità, insiste che nelle scuole, nella sanità e sui posti di lavoro si parli di bisessualità e pansessualità, nonchè di bifobia e panfobia, e milita contro il binarismo.
Fare attivismo con lui mi piaceva perché, anche se in condizioni diverse, condividevamo l’essere sospesi tra il mondo dei cis/etero e quello dei gay e trans, che ci accettava ma con riserva, col permesso di soggiorno, solo se “accettavamo” di definirci come loro. Ciò per lui comportava l’atto semplice (ma non banale) di definirsi gay. Per quanto riguarda me, il pegno da pagare era l’essere transessuale, fare la mia bella transizione medicalizzata e canonica, raccontare le mie trans narratives sulla mia infanzia binaria nel corpo sbagliato, mettere la mia bella cravatta, tatuarmi il simbolo trans, fare palestra, e guardare sotto le gonnelle.
La mia istanza veniva sempre schiacciata. C’era sempre un “ombrello“ che doveva comprendermi, e quasi mi faceva il “piacere” e l’onore di comprendermi, cancellando poi le mie istanze, mostrandosi contrario, o paternalisticamente dicendo che ci sarebbe stato tempo, in futuro, per le mie istanze, in un mondo migliore, quando noi saremo tutti morti. nel frattempo le mie braccia (rubate all’architettura?) erano pronte a portare i loro picchetti, per migliorare le loro condizioni di vita.
Io, orfano di una comunità che mi accogliesse e mi includesse, per anni mi sono nascosto nella T come chi, essendo bisessuale, si è nascosto nella G.
Tutti erano fieri di noi, noi coraggiosi che facevamo dei coming out (con parole che non ci definivano e non sentivamo nostre), perchè non rimanevamo nascosti come chi, nella mia situazione, viveva da cis, o come chi, essendo bi, viveva da etero.
C’era chi non riusciva a comprendere la nostra coppia, perché non voleva credere alla sua bisessualità (per loro era gay) nè alla mia non conformità di genere (per loro ero donna). Queste due affermazioni, se affermate inseme, creavano un paradosso, secondo il quale noi non potevamo essere, o essere stati, coppia, ma ne eravamo divertiti, perché era l’ennesima conferma del non rientrare nei loro schemi binari, in cui se qualcuno è fuori da cis, trans, omo, etero, non esiste o si sta definendo in modo sbagliato, per confusione o mancanza di coraggio.
Non c’è ancora un termine per “i bisessuali” dell’identità di genere, o meglio, ce ne sono troppi (ma sono stati coniati da altri).
Puzzano di teoria queer, oppure sottolineano un “passaggio” che molti come me non sentono proprio.
Se trans fosse recepito come speculare di cis, si parlerebbe di essere al di là o al di quà dei confini del genere. Purtroppo però nella percezione comune “trans” sottolinea un passaggio e un cambiamento, spesso fisico, o anche di ruolo di genere, che magari ha senso se si parla di trans medicalizzati, ma ha meno senso se si parla di tutte le altre variabili di genere, che più che sottolineare, nel definirsi, il “cambiamento” (quel “to” di FtoM e di MtoF), sottolineano la differenza, una differenza, una non conformità, che c’è da sempre e non si riduce ad una metamorfosi.
Se oggi bi e pansessuale sono termini abbastanza chiari per definire l’universo di orientamenti eroticoaffettivi tra omo ed etero, non c’è ancora un termine per descrivere la condizione delle persone tra cisgender e transessuale.
Quando i primi bisessuali alzarono la testa per fare attivismo, subito gay e lesbiche misero sulle loro spalle il peso degli errori e della viltà di chi, in passato, essendo bisessuale o gay velato, aveva vissuto nell’ombra, nascondendosi in matrimoni etero e nella rassicurante vita sociale da “normale“.
Anche con noi lo fanno. Ci paragonano ai travestiti del sabato sera, i top manager con moglie e figli. Alle signorine che sono maschietti su facebook ma poi sono, nella vita reale, solo ragazze con smalti metallizzati e capelli verdi. A chi cambia definizione e polarità di genere una volta a settimana, in una nevrotica e instancabile creazione e disattivazione di profili facebook e twitter, e ci dicono che siamo pochi, picareschi, incapaci di metterci nome, cognome e faccia, incapaci di formalizzare le nostre istanze.
Ma quando alcuni di noi (non troppi), riusciranno a produrre un documento con istanze chiare, come hanno fatto le famose 49 lesbiche, e quando chiederemo al gay, lesbiche, transessuali, pensatori queer, intersessuali, bisessuali, asessuali, di sottoscriverle?
Quando chiederemo di essere compresi in una legge “contro la transfobia” che non comprenda solo periziati e ormonati, così come i bisessuali hanno chiesto di essere compresi in una legge “contro l’omofobia” che tuteli tutti gli orientamenti e non solo quello omo, quando chiederemo il riconoscimento delle persone non binarie e non medicalizzate, loro firmerano con noi o polemizzeranno?
Penseranno che estendere i diritti a noi tolga qualcosa a loro?
Come gli etero che pensano che il matrimonio gay tolga qualcosa al loro matrimonio?
Questi sono interrogativi che avranno risposta solo quando ci faremo sentire.
Nel frattempo i bisessuali sono arrivati alla loro quarta giornata della visibilità bisessuale, e coinvolgono sempre più persone, hanno introdotto la parola “Bifobia“, che ormai sentiamo usare anche da parlamentari.
E’ il momento che i “non-” dell’identità di genere si facciano sentire.
Se sei uno/a/* di noi, scrivici.
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Re: Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamo

Messaggio da Lorett@ »

Autodefinirmi?
Felicemente etero, con prole.
Sweet Loretta Martin thought she was a woman, but she was another man

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Re: Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamo

Messaggio da Valentina »

L'esercizio di incasellamento della personalità umana, per come la vedo io, è sempre stato un esercizio fine a se stesso, abbastanza inutile.
Le sfumature della personalità, i gusti, le preferenze sessuali, sono talmente tanti che sarebbe come voler dare un nomignolo ad ogni goccia d'acqua che c'è negli oceani; goccella, goccetta, gocciona... ... ...

Per quanto riguarda la questione politica, riconoscimenti, leggi ecc., per carità, sono e sarò sempre a favore, ma se ci si pensa bene, sarebbe sufficiente una buona informazione fatta fin da bambini e tutelare l'individuo in senso universale affinché vengano meno tanti problemi. E' una chimera? Forse, per me invece è fattibile.

BYE
Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.

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Non discutere mai con un idiota... Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza!
Voi ridete di me perchè mi vedete diversa...io rido di voi perchè siete tutti uguali!!!
Chi "approfondisce", tra un maccherone e un'insalata, è un diverso e un rompicoglioni che non sa stare a tavola.
Esistono 10 tipi di persone: quelle che capiscono il codice binario e quelle che non lo capiscono!

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Re: Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamo

Messaggio da angelaingrid »

Come mi definisco?
Una radamozzola, una fimbaralla o una xcvbtgrwjdklpsz... fate vobis.
L'eterno fascino risiede nell'anima, non nel tempo o nella moda. La vera bellezza risiede nella grazia dell'anima, nel portamento e nella gentilezza, indipendentemente dall'età o dalla moda.

MARINA65

Re: Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamo

Messaggio da MARINA65 »

Valentina ha scritto:L'esercizio di incasellamento della personalità umana, per come la vedo io, è sempre stato un esercizio fine a se stesso, abbastanza inutile.
Le sfumature della personalità, i gusti, le preferenze sessuali, sono talmente tanti che sarebbe come voler dare un nomignolo ad ogni goccia d'acqua che c'è negli oceani; goccella, goccetta, gocciona... ... ...

Per quanto riguarda la questione politica, riconoscimenti, leggi ecc., per carità, sono e sarò sempre a favore, ma se ci si pensa bene, sarebbe sufficiente una buona informazione fatta fin da bambini e tutelare l'individuo in senso universale affinché vengano meno tanti problemi. E' una chimera? Forse, per me invece è fattibile.

BYE
Ti quoto alla fine non e' la definizione che fa' la persona .

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Re: Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamo

Messaggio da Nathan »

Il definirsi è necessario per due funzione:
- se si vuole fare cultura sulla propria condizione, anche senza istanze politiche
(esempio: a milano c'è un circolo di cultura Bdsm. non ci sono vere e proprie istanze "politiche" per i praticanti bdsm se in coppia etero, ma è anche vero che a volte per pregiudizi nelle separazioni incide, e guardacaso incide anche il crossdressing, i kink, etc etc. poi c'è gente che magari vive queste situazioni senza voler fare cultura sul tema, ma altri si, e ben venga che lo facciano)
- se si è in una condizione che ha bisogno di un cambio di leggi: esempio, se io voglio cambiare il nome anagrafico, e mi è consentito solo se prendo ormoni, allora io vorrò fare pressioni politiche, e quindi mi serviranno delle parole per definire i "non medicalizzati", delle parole migliori di "non medicalizzati", perchè un termine col "non" è sempre sgradevole.

Per alcune persone non sono sufficienti i corsi di educazione sessuale nelle scuole. Se ci fossero comunque non sarebbero cambiati i miei documenti. Esisterebbero sempre i dress code binari nelle aziende, etc etc.

Eva

Re: Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamo

Messaggio da Eva »

Io sono IO.

Poi ci sono anche Strupuzzu, Sagarrana, Pitirrigno, Bastragarregna, FRANCO...

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Re: Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamo

Messaggio da Valentina »

Nathan ha scritto:Il definirsi è necessario per due funzione:
- se si vuole fare cultura sulla propria condizione, anche senza istanze politiche
(esempio: a milano c'è un circolo di cultura Bdsm. non ci sono vere e proprie istanze "politiche" per i praticanti bdsm se in coppia etero, ma è anche vero che a volte per pregiudizi nelle separazioni incide, e guardacaso incide anche il crossdressing, i kink, etc etc. poi c'è gente che magari vive queste situazioni senza voler fare cultura sul tema, ma altri si, e ben venga che lo facciano)
- se si è in una condizione che ha bisogno di un cambio di leggi: esempio, se io voglio cambiare il nome anagrafico, e mi è consentito solo se prendo ormoni, allora io vorrò fare pressioni politiche, e quindi mi serviranno delle parole per definire i "non medicalizzati", delle parole migliori di "non medicalizzati", perchè un termine col "non" è sempre sgradevole.

Per alcune persone non sono sufficienti i corsi di educazione sessuale nelle scuole. Se ci fossero comunque non sarebbero cambiati i miei documenti. Esisterebbero sempre i dress code binari nelle aziende, etc etc.
Caro Nathan, l'indagine che stai conducendo, a mio avviso, è sicuramente una grande cosa, ma stai sondando un terreno poco indicativo. Il mondo del crossdressing è estremamente eterogeneo, è composto da persone di ogni genere, gusto e preferenze sessuali. Ci sono uomini, ci sono donne, ci sono femmine e maschi, etero, gay, bsx, pansx, transex, elettricisti, avvocati ed ingegneri. Insomma, una bella accozzaglia di persone. L'unica cosa che ci accomuna, in senso generale, è il desiderio di indossare abiti femminili e nient'altro.
Quindi, per quanto approfondita possa essere la tua ricerca, la stai conducendo su un campione di persone troppo diverse tra loro e questo non può restituirti dati significativi. Per fartela breve, siamo al limite dell'aleatorio. Non voglio scoraggiarti, ma solo invitarti a selezionare meglio le tue domande per restringere il campo di analisi.
In bocca al lupo.

Bye.

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Re: Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamo

Messaggio da angelaingrid »

Formosa ha scritto:Poi ci sono anche Strupuzzu, Sagarrana, Pitirrigno, Bastragarregna, FRANCO...
: II-012.jpg : : II-012.jpg :

Hai dimenticato Sarrigna e Pattaggarrosa...
L'eterno fascino risiede nell'anima, non nel tempo o nella moda. La vera bellezza risiede nella grazia dell'anima, nel portamento e nella gentilezza, indipendentemente dall'età o dalla moda.

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Re: Gay sta a bisessuale come trans sta a … ? (autodefiniamo

Messaggio da Nathan »

Valentina ha scritto:
Nathan ha scritto:Il definirsi è necessario per due funzione:
- se si vuole fare cultura sulla propria condizione, anche senza istanze politiche
(esempio: a milano c'è un circolo di cultura Bdsm. non ci sono vere e proprie istanze "politiche" per i praticanti bdsm se in coppia etero, ma è anche vero che a volte per pregiudizi nelle separazioni incide, e guardacaso incide anche il crossdressing, i kink, etc etc. poi c'è gente che magari vive queste situazioni senza voler fare cultura sul tema, ma altri si, e ben venga che lo facciano)
- se si è in una condizione che ha bisogno di un cambio di leggi: esempio, se io voglio cambiare il nome anagrafico, e mi è consentito solo se prendo ormoni, allora io vorrò fare pressioni politiche, e quindi mi serviranno delle parole per definire i "non medicalizzati", delle parole migliori di "non medicalizzati", perchè un termine col "non" è sempre sgradevole.

Per alcune persone non sono sufficienti i corsi di educazione sessuale nelle scuole. Se ci fossero comunque non sarebbero cambiati i miei documenti. Esisterebbero sempre i dress code binari nelle aziende, etc etc.
Caro Nathan, l'indagine che stai conducendo, a mio avviso, è sicuramente una grande cosa, ma stai sondando un terreno poco indicativo. Il mondo del crossdressing è estremamente eterogeneo, è composto da persone di ogni genere, gusto e preferenze sessuali. Ci sono uomini, ci sono donne, ci sono femmine e maschi, etero, gay, bsx, pansx, transex, elettricisti, avvocati ed ingegneri. Insomma, una bella accozzaglia di persone. L'unica cosa che ci accomuna, in senso generale, è il desiderio di indossare abiti femminili e nient'altro.
Quindi, per quanto approfondita possa essere la tua ricerca, la stai conducendo su un campione di persone troppo diverse tra loro e questo non può restituirti dati significativi. Per fartela breve, siamo al limite dell'aleatorio. Non voglio scoraggiarti, ma solo invitarti a selezionare meglio le tue domande per restringere il campo di analisi.
In bocca al lupo.

Bye.

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Uhm...ma questo è solo un post che ho scritto e che ho condiviso qua.
non è un'indagine.
non sto "interrogando" gli user di questo forum.
E' come quando metti in edicola un giornale per batteristi metallari, e lo comprano solo i batteristi metallari.
Se l'edicola è vicina a una scuola di musica, magari se ne venderanno piu copie rispetto all'edicola della parrocchia,
ma poi ci saranno gli utenti della scuola che ascoltano jazz, o classica, che non cagheranno quel giornale.

Da quando eravamo su forumfree io ho sempre postato qui i miei pensieri, i miei post, e a volte anche sondaggi.
Tante persone mi seguono, alcune di queste sono crossdresser, altre lo erano quando mi hanno conosciuto, poi si sono evolute in altro.
Alcune magari ora neanche mi parlano più, perchè si sentono "donne a tutti gli effetti" e quindi, per motivi diversi, non cagano più nè ne voi.
E ogni articolo, c'è sempre qualcuna che si palesa, mi scrive via mail, si palesa, si sente meno sola.

Quindi io continuo.
I miei articoli non sono per transessuali. Non sono neanche "solo" per chi ha una tematica di identità di genere.
Il binarismo è un problema anche degli uomini e delle donne etero, e il crossdressing vi è legato, perchè in un certo senso lo "performa".

Quello che ho considerato invece sempre inspiegabile è chi, non interessato, al posto di ignorarmi preferisce lanciarmi frecciatine col tentativo di ..."farmi soffrire".
Tornando alla metafora di prima, il jazzettaro che esce fuori dalla scuola di musica e vede in edicola un giornalino metallaro, non lo caga e basta.
Invece sarebbe strano e bizzarro se entrasse in edicola, le comprasse tutte le copie, e poi le stracciasse facendo casino.

Io sarò stronzo di mio, ma è anche vedo che il "bisogno" di attaccarmi è dovuto a tante cose che io sono "mio malgrado". La prima è che sono xx, F, e comunque si scatenano elementi, in qualcuno, di misoginia repressa.
Poi io sono attivista, e a volte i non attivisti non solo solo "non" attivisti, ma anche "contrari" all'attivismo (non ho mai capito perchè). Ne sono infastiditi, lo sfottono, un po' come si mette alla berlina il vegano sotto casa coi volantini, che diventa zimbello, e vengono derise le sue battaglie.

Ad ogni modo, fosse anche per una sola persona, io ogni tanto qui vengo. Il resto si vedrà

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