LauraB ha scritto:La Brigitte la causa l ha vinta e nonostante tutto si fa la doccia a casa.
susy ha scritto:Ma sembra che non ci sia una nuova determinazione riguardo al dove dovrebbe spogliarsi Sandra
La causa era da parte di Sandra contro Brigitte, perché quest'ultima l'aveva invitata a cambiarsi altrove.
Non era per stabilire se Sandra avesse diritto o no di usare quello spogliatoio.
Quel diritto, per Sandra, in quanto donna riconosciuta legalmente non è mai stato in discussione (se non da Brigitte).
La sentenza ha assolto Brigitte perchè evidentemente le sue richieste non sono state considerate moleste o illegali.
Tutto (come avevo detto) assolutamente corretto e condivisibile: onore alla Norvegia per avere leggi così chiare ed eque.
A questo punto è stata Brigitte, la donna bio, cis, genetica, xx o come diavolo volete etichettarla a dover rinunciare al proprio diritto di usare lo spogliatoio a causa del disagio che provava.
Ora dirò alcune cose impopolari.
Esempio (che forse vi sembrerà stupido, ma rappresenta bene il mio punto di vista perchè lo vivo in prima persona).
Io appena prima di ogni pasto devo farmi un'iniezione.
So che esistono persone a cui fanno impressione gli aghi, o comunque l'atto di praticare un'iniezione.
Non esiste nessuna legge che mi vieta di farlo al tavolo, cosa che soprattutto nei locali pubblici per me sarebbe comodissimo.
Però io, nel rispetto degli altri, quando arriva la pietanza mi alzo, vado in bagno, aspetto il mio turno, faccio l'iniezione e poi ritorno al tavolo.
Problema risolto: a nessun avventore è mai passato l'appetito a causa della mia "particolarità" (anche se spesso il mio piatto si è freddato).
susy ha scritto:posso capire (un po' a fatica a dire la verità) il disagio della donna cis di fronte ad un pene nello spogliatoio femminile; secondo me tutta la situazione dovrebbe far pensare ad un pene "inoffensivo"
Io invece lo capisco benissimo, e senza molto sforzo.
Anche in fotografia un pene è assolutamente inoffensivo, però provate ad appenderne la foto in uno spogliatoio femminile e vedete cosa succede.
Ora, la radice del problema sarà pure una questione di cultura, di cattivo rapporto con la nudità o con la sessualità però non è imponendo agli altri un proprio diritto che si risolve il problema.
Se anche 1000 donne bio femministe fossero intervenute dicendo che loro non avrebbero avuto problemi in quella situazione perché anche secondo loro "il pene di Sandra è solo un difetto fisico", non credo che Brigitte avrebbe smesso di provare disagio.
È per questo che, secondo me, l'errore in questa particolare vicenda è stato di Sandra che piuttosto che cedere il passo ha preferito farne una questione di principio e trascinare la cosa in tribunale.
Errore che ha portato allo scontro (fin troppo facile oggi come oggi) sui social di attivisti e chissà quanta altra gente che nulla aveva a che fare con la questione (e su questo sorvolerei).
Errore che un qualsiasi politico senza troppo sforzo potrebbe cavalcare per andare
contro le persone transgender "usurpatrici" degli spazi e dei diritti delle persone cisgender.
Le due donne avrebbero potuto parlarne e venire ad un compromesso, senza troppi clamori, se avessero voluto e invece una delle due ha preferito rivolgersi ad un avvocato (che a quanto pare ha ricondotto la questione ad un caso di molestia, che poi la giuria non l'ha ritenuta tale).
susy ha scritto:vorrei aprire una discussione su come quelle di noi, CD Transgender o Trans, che frequentano palestre o piscine vivono la questione spogliatoio.
Praticamente ti ha già risposto Frida.
Apri pure una nuova discussione in area T, qui è preferibile discutere dei diversi punti di vista su questa particolare vicenda.