transgender e adolescenza
Moderatori: Valentina, AnimaSalva, Roby, Irene, CristinaV, vernica71, Melissa_chan, Alyssa
- Chicca.love
- Gurl
- Messaggi: 142
- jedwabna poszewka na poduszkę 40x40
- Iscritto il: giovedì 8 marzo 2018, 18:34
- Località: Toscana
- Età: 34
-
Accesso area fotografica
transgender e adolescenza
Da una discussione molto stimolante con Alyssa e dalla serie tv Butterfly mi è nata la voglia di approfondire qui una tematica estremante delicata come la transizione nei soggetti minorenni. Credo che ormai sia pacificamente assodato che nei soggetti maggiorenni esista e vada difeso il diritto di autodeterminazione per la propria i identità di genere. Mentre tutto quello che anticipa la decisione in una fase anteriore porta con se una serie di tematiche Bio etiche e morali che coinvolgono non solo il minore ma anche i genitori . Una decisone delicata e difficile comporta un bilanciamento di valutazioni morali ed etiche di difficile risoluzione da una parte i rischi di pentimenti in scelte troppo anticipate la necessità di tutelare ed evitare tali rischi , dall’altra imporre a bambini e bambine di affrontare la pubertà con lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari come le mestruazioni e la crescita del seno nei bambini Transgender o i peli, voce e sviluppo degli attributi nelle bambinetv. Il genitore dovrà affrontare quel bilanciamento valutativo di bisogni e tutele complicatissimo ma fin dove è giusto rimanere diciamo passivi ed attendere la maturità o evitare sofferenze al bambino?
Mi piacerebbe conoscere i pensieri di tutte Su questo tema che più o meno da vicino ci siamo tutte/i confrontate
Mi piacerebbe conoscere i pensieri di tutte Su questo tema che più o meno da vicino ci siamo tutte/i confrontate
- Alyssa
- Moderatrice
- Messaggi: 1557
- Iscritto il: lunedì 16 novembre 2015, 13:29
- Località: Provincia di Torino
- Età: 45
- Contatta:
-
Utente incontrata
Accesso area fotografica
Re: transgender e adolescenza
Ho spostato il topic in area T.
Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per questo mondo, che l’unica cosa che mi rasserena è la consapevolezza di essere stata autentica, di essere la persona più somigliante a me stessa che avrei potuto immaginare.
Re: transgender e adolescenza
Secondo me è necessario aspettare la maggiore età. Nel frattempo per alleviare le sofferenze si può accettare pienamente che il bambino abbia interessi o voglia vestirsi in modo femminile (secondo la cultura vigente in questa società), facendo però anche attenzione al contesto che lui si trova ad affrontare quotidianamente, in modo da prevenire con buon senso fenomeni di bullismo. In ogni caso trovo educativo insegnare ad avere pazienza. La transizione è comunque un qualcosa che è stato reso possibile dallo sviluppo della ricerca medica e questa va tenuto in considerazione; non è detto che lo sviluppo psicologico sia in grado di gestire consapevolmente le possibilità offerte dalla tecnologia medica. Non trovo nemmeno giusto che persone adulte abbiano la responsabilità di decidere per un minore in tale ambito.
- LauraB
- Queen
- Messaggi: 5872
- Iscritto il: martedì 11 novembre 2014, 22:10
- Località: Brescia
- Età: 59
- Contatta:
-
Utente incontrata
Donna
Accesso area fotografica
Re: transgender e adolescenza
E' un discorso molto delicato, che si affronta discutendone. tempo fa in Italia è stato oggetto di dibattito, poi, come qualsiasi cosa che non fa più audience, è sparito. Sparito dai media. Ma il "problema resta, le persone restano. Un rischio è di coinvolgere persone in una discussione in cui non sono informate, finendo solo per creare fazioni contrapposte.
Quindi la soluzione è parlarne, confrontarsi con i minori, i medici tutti, i parenti.
Personalmente sono stata sfiorata più volte da questa discussione e da articoli correlati. Intanto è un discorso delicatissimo
Uno dei problemi, soprattutto per gli mtf è la crescita della barba e la perdita del corpo "neutro" tipico dell infanzia a favore di una corporatura maschile. Bloccare questi sviluppi aiuterebbe a ottenere un allineamento mente/corpo. Negarlo, genera un conflitto per anni.
Ovviamente, sempre dopo adeguata valutazione. Però è un punto da tenere in grande considerazione.
Entrando un po più a fondo, per quanto mi risulta, fino a che non si entra nell età dei cambiamenti, il tempo per valutare c è. E tanto.
In genere ci sono segnali gia da piccoli. Che poi non necessariamente se una bambina vuole vestirsi di azzurro è perché vuole transizionare. Puo semplicemente piacergli quel colore.
E qui ci scontriamo con la "società", con gli stereotipi, con quello "che penserà la gente". alla fine i genitori dovranno comunque fare una scelta. I genitori fanno tante scelte per i loro figli. Ci sono genitori, associazioni, che aiutano, perché il ptoblema, anzi, i problemi sono due:
1) capirsi, accettarsi
2) far capire e far accettare agli altri.
Ed è il secondo punto quello più difficile. Soprattutto per vergogna o ignoranza, i genitori rifiutano e negano il confronto, come unica risposta la negazione e il divieto.
Quindi la soluzione è parlarne, confrontarsi con i minori, i medici tutti, i parenti.
Personalmente sono stata sfiorata più volte da questa discussione e da articoli correlati. Intanto è un discorso delicatissimo
Conosco alcuni che aspettano di arrivare alla maggior età. I genitori non danno il permesso. Ma non succede niente. Semplicemente si sposta il tutto "legalmente" di un anno max 2. Poi l'ex minore inizierà l iter che ha dovuto aspettare. I genitori, non hanno risolto niente. Sanno che il minore è determinato, che farà quello che vuole e lo farà legalmente, ovviamente seguito da persone competenti. Eppure non gli rendono le cose facili. Anzi, fino al 18 anno faranno di tutto per mettergli comunque i bastoni tra le ruote. In questo caso non sono pochi quelli che vivono in famiglia in modo molto conflittuale.Celeste ha scritto: è necessario aspettare la maggiore età.
Chicca.love ha scritto:una serie di tematiche Bio etiche e morali che coinvolgono non solo il minore ma anche i genitori
Uno dei problemi, soprattutto per gli mtf è la crescita della barba e la perdita del corpo "neutro" tipico dell infanzia a favore di una corporatura maschile. Bloccare questi sviluppi aiuterebbe a ottenere un allineamento mente/corpo. Negarlo, genera un conflitto per anni.
Ovviamente, sempre dopo adeguata valutazione. Però è un punto da tenere in grande considerazione.
Entrando un po più a fondo, per quanto mi risulta, fino a che non si entra nell età dei cambiamenti, il tempo per valutare c è. E tanto.
In genere ci sono segnali gia da piccoli. Che poi non necessariamente se una bambina vuole vestirsi di azzurro è perché vuole transizionare. Puo semplicemente piacergli quel colore.
E qui ci scontriamo con la "società", con gli stereotipi, con quello "che penserà la gente". alla fine i genitori dovranno comunque fare una scelta. I genitori fanno tante scelte per i loro figli. Ci sono genitori, associazioni, che aiutano, perché il ptoblema, anzi, i problemi sono due:
1) capirsi, accettarsi
2) far capire e far accettare agli altri.
Ed è il secondo punto quello più difficile. Soprattutto per vergogna o ignoranza, i genitori rifiutano e negano il confronto, come unica risposta la negazione e il divieto.
Laura Bianchi
Re: transgender e adolescenza
Infatti secondo me i genitori non devono risolvere niente. Sono scelte che riguardano il figlio/a, solo bisogna essere sicuri che lui sia abbastanza grande da decidere per se stess*. A mio modo di vedere non è nemmeno detto che diventati maggiorenni si sia consapevoli, ma a quel punto comunque si ha diritto di fare un proprio percorso. Negare o vietare, invece di confrontarsi, corre il rischio di favorire ciò che viene proibito o creare conflitti psicologici. Io sono per il confronto e la pazienza, ma non per la fretta, anche perché in questo caso la fretta è resa possibile da conoscenze scientifiche e tecnologia in grado di modificare la normale fisiologia del corpo (e non è cosa da poco). Poi per quanto riguarda l'aiuto psicologico, ben venga, ma tenendo presente che anche la psicologia è una disciplina in evoluzione.LauraB ha scritto:Conosco alcuni che aspettano di arrivare alla maggior età. I genitori non danno il permesso. Ma non succede niente. Semplicemente si sposta il tutto "legalmente" di un anno max 2. Poi l'ex minore inizierà l iter che ha dovuto aspettare. I genitori, non hanno risolto niente. Sanno che il minore è determinato, che farà quello che vuole e lo farà legalmente, ovviamente seguito da persone competenti. Eppure non gli rendono le cose facili. Anzi, fino al 18 anno faranno di tutto per mettergli comunque i bastoni tra le ruote. In questo caso non sono pochi quelli che vivono in famiglia in modo molto conflittuale.Celeste ha scritto: è necessario aspettare la maggiore età.
- Maurina
- Gurl
- Messaggi: 387
- Iscritto il: mercoledì 17 maggio 2017, 22:43
- Località: Marche
- Età: 42
- Contatta:
-
Accesso area fotografica
Re: transgender e adolescenza
Quoto in toto il messaggio di Laura.
Non penso che sia una buona soluzione aspettare i 18 anni.
Vivere l'adolescenza consapevoli della propria disforia di genere e non poter far assolutamente nulla, cfredo sia umiliante e logorante.
Capisco che una transizione dal punto di vista medico non è uno scherzo, ma non sono contraria ad una terapia blanda una volta che vengono a galla alcuni forti segnali della disforia e una convinta autoderteminazione del minore.
Magari un qualcosa che blocca lo spuntare di determinate caratteristiche tipiche del maschio o della femmina.
Ovviamente non parlo di bimbi di 10 anni, ma penso che intorno ai 14 / 15 anni si possa cominciare a fare qualcosa, naturalmente sempre seguiti da un equipe di medici e psicologi e con il sostegno della famiglia che è fondamentale.
Il discorso è comunque delicatissimo e in ogni caso credo sia importantissimo un supporto psicologico ai genitori che devono prepararsi ad un possibile cambiamento lasciando per quanto possibile al loro figlio / a di esprimersi e fare le sue esperienze perché soltanto quelle sono in grado di dare alcune risposte.
Conosco almeno due casi nella mia città, un paese di 20mila abitanti, in cui dei bambini maschi hanno una particolare predisposizione alle cose femminili. Uno di 4 anni, l'altro di 5 o poco più. So che i genitori li lasciano fare e credo sia una buona cosa, anche se non mi sembra che siano in contatto con una struttura che possa dar loro una mano. Probabilmente è soltanto un gioco, ma non è detto che ci sia qualcosaltro o quanto meno non si può escludere a priori. Conosco la parente di una di questi due bimbi e mi son permessa di consigliarle di suggerire ai genitori di prendere in considerazione la possibilità di affidarsi ad uno di questi centri, ma non per il bimbo ma per loro, affinchéè acquisiscano quelle informazioni, quelle nozioni e queglistrumenti utili per analizzare e misurare gli eventuali passi successivi del figlio e muoversi nella giusta direzione.
Non penso che sia una buona soluzione aspettare i 18 anni.
Vivere l'adolescenza consapevoli della propria disforia di genere e non poter far assolutamente nulla, cfredo sia umiliante e logorante.
Capisco che una transizione dal punto di vista medico non è uno scherzo, ma non sono contraria ad una terapia blanda una volta che vengono a galla alcuni forti segnali della disforia e una convinta autoderteminazione del minore.
Magari un qualcosa che blocca lo spuntare di determinate caratteristiche tipiche del maschio o della femmina.
Ovviamente non parlo di bimbi di 10 anni, ma penso che intorno ai 14 / 15 anni si possa cominciare a fare qualcosa, naturalmente sempre seguiti da un equipe di medici e psicologi e con il sostegno della famiglia che è fondamentale.
Il discorso è comunque delicatissimo e in ogni caso credo sia importantissimo un supporto psicologico ai genitori che devono prepararsi ad un possibile cambiamento lasciando per quanto possibile al loro figlio / a di esprimersi e fare le sue esperienze perché soltanto quelle sono in grado di dare alcune risposte.
Conosco almeno due casi nella mia città, un paese di 20mila abitanti, in cui dei bambini maschi hanno una particolare predisposizione alle cose femminili. Uno di 4 anni, l'altro di 5 o poco più. So che i genitori li lasciano fare e credo sia una buona cosa, anche se non mi sembra che siano in contatto con una struttura che possa dar loro una mano. Probabilmente è soltanto un gioco, ma non è detto che ci sia qualcosaltro o quanto meno non si può escludere a priori. Conosco la parente di una di questi due bimbi e mi son permessa di consigliarle di suggerire ai genitori di prendere in considerazione la possibilità di affidarsi ad uno di questi centri, ma non per il bimbo ma per loro, affinchéè acquisiscano quelle informazioni, quelle nozioni e queglistrumenti utili per analizzare e misurare gli eventuali passi successivi del figlio e muoversi nella giusta direzione.
- Alyssa
- Moderatrice
- Messaggi: 1557
- Iscritto il: lunedì 16 novembre 2015, 13:29
- Località: Provincia di Torino
- Età: 45
- Contatta:
-
Utente incontrata
Accesso area fotografica
Re: transgender e adolescenza
Servirebbero competenze in diversi ambiti medici per poter esprimere qualcosa che non sia solo una semplice opinione in merito, ma tant'è.
Comunque, al netto della retorica del dolore o della minimizzazione del problema, dovremmo essere tutt* d'accordo che la cosa che conta è tutelare il bambino/adolescente.
Io penso sia opportuno supportare la persona, ma non inteso come dargli ormoni, o bloccanti.
Andrebbe affrontato un percorso psicologico che coinvolgesse tutta la famiglia, e che consentisse a tutti, innanzitutto, di accettare la situazione e trovare il modo migliore di gestirla.
"Aspettare i 18 anni" non va inteso come "ignorare il problema".
Non è che gli ormoni siano la cura per il disagio, le discriminazioni o il bullismo che un bambino diverso dagli altri subisce.
Non sono i bloccanti che lo faranno accettare dalla sua famiglia o dagli amici.
Non è giusto negare ad un bambino la possibilità di crescere ed imparare a conoscere il corpo che abita, anche se non gli piace, anche se non lo sente suo.
È uno dei passaggi che tutti gli adolescenti devono affrontare e dal quale sboccia l'adulto, che a quel punto sarà libero di fare ciò che vuole del suo corpo.
A meno che salti fuori un metodo per stabilire con una certa sicurezza che il/la bambin* necessiti di cure mediche per adeguare il suo corpo al suo "sentito interiore", nessun medico (a ragione, secondo me) si può permettere di decidere per lui/lei, né tanto meno dei genitori del/della bambin* in questione.
Sarebbe, secondo me, una violenza al pari dei "trattamenti correttivi" che si cercava di mettere in pratica in passato.
Teniamo ben presente che possono esserci effetti irreversibili anche se non voluti, che "esistono le sfumature", che ogni caso è un caso a sé, e non sono io a dire queste cose!
E col consenso dei genitori?
Neanche!
Che grado di comprensione o preparazione dovrebbero avere i genitori per poter stabilire una cosa così importante quando neanche un team di medici è in grado di farlo in modo univoco?
Non è mica come avere un dente cariato che si vede, va tolto e basta.
E allora si torna al punto di partenza: finché il/la bambin* non sarà in grado di prendersi la responsabilità legale di quello che fa, sarebbe opportuno darle supporto senza pasticciare con il suo corpo.
Comunque, al netto della retorica del dolore o della minimizzazione del problema, dovremmo essere tutt* d'accordo che la cosa che conta è tutelare il bambino/adolescente.
Io penso sia opportuno supportare la persona, ma non inteso come dargli ormoni, o bloccanti.
Andrebbe affrontato un percorso psicologico che coinvolgesse tutta la famiglia, e che consentisse a tutti, innanzitutto, di accettare la situazione e trovare il modo migliore di gestirla.
"Aspettare i 18 anni" non va inteso come "ignorare il problema".
Non è che gli ormoni siano la cura per il disagio, le discriminazioni o il bullismo che un bambino diverso dagli altri subisce.
Non sono i bloccanti che lo faranno accettare dalla sua famiglia o dagli amici.
Non è giusto negare ad un bambino la possibilità di crescere ed imparare a conoscere il corpo che abita, anche se non gli piace, anche se non lo sente suo.
È uno dei passaggi che tutti gli adolescenti devono affrontare e dal quale sboccia l'adulto, che a quel punto sarà libero di fare ciò che vuole del suo corpo.
A meno che salti fuori un metodo per stabilire con una certa sicurezza che il/la bambin* necessiti di cure mediche per adeguare il suo corpo al suo "sentito interiore", nessun medico (a ragione, secondo me) si può permettere di decidere per lui/lei, né tanto meno dei genitori del/della bambin* in questione.
Sarebbe, secondo me, una violenza al pari dei "trattamenti correttivi" che si cercava di mettere in pratica in passato.
Teniamo ben presente che possono esserci effetti irreversibili anche se non voluti, che "esistono le sfumature", che ogni caso è un caso a sé, e non sono io a dire queste cose!
E col consenso dei genitori?
Neanche!
Che grado di comprensione o preparazione dovrebbero avere i genitori per poter stabilire una cosa così importante quando neanche un team di medici è in grado di farlo in modo univoco?
Non è mica come avere un dente cariato che si vede, va tolto e basta.
E allora si torna al punto di partenza: finché il/la bambin* non sarà in grado di prendersi la responsabilità legale di quello che fa, sarebbe opportuno darle supporto senza pasticciare con il suo corpo.
Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per questo mondo, che l’unica cosa che mi rasserena è la consapevolezza di essere stata autentica, di essere la persona più somigliante a me stessa che avrei potuto immaginare.
- LauraB
- Queen
- Messaggi: 5872
- Iscritto il: martedì 11 novembre 2014, 22:10
- Località: Brescia
- Età: 59
- Contatta:
-
Utente incontrata
Donna
Accesso area fotografica
Re: transgender e adolescenza
Ne approfitto per chiarire ulteriormente.. i genitori, se c è un minorenne, ne sono responsabili per la legge. Pertanto è compito loro interessarsi, informarsi, per capire cosa fare. I 18 anni sono un passaggio legale, ma il passaggio fisico avviene prima. E su questo passaggio bisogna ragionare e se necessario intervenire. Su quello della maturità dipende. Sicuramente un team di genitori, associazioni, medici e paziente compreso sarà più "forte" di una situazione in cui i genitori rifiutano.Celeste ha scritto:Infatti secondo me i genitori non devono risolvere niente.
perchè il primo problema è quando i genitori si oppongono a priori, e ne conosco indirettamente.. Possono opporsi fino al 18 anno.. e poi? cosa hanno ottenuto, come hanno aiutato? Niente.
Anche nel caso che invece ci siano genitori responsabili, non è che il "problema" sia risolto. Ma si parte da un confronto, si parte dallo studiare insieme altri casi, confrontarsi con altri genitori e altri figli..
E sempre i genitori potrebbero/dovrebbero accorgersi ben prima della pubertà di cio
Tuttavia fino a 18 anni non ha possibilità di firmare atti.Celeste ha scritto: solo bisogna essere sicuri che lui sia abbastanza grande da decidere per se stess*.
in qualsiasi caso ci vogliono alcuni anni.Celeste ha scritto:non per la fretta
l aiuto psicologico, è importante per i genitori, obbligatorio per il paziente.Celeste ha scritto:Poi per quanto riguarda l'aiuto psicologico, ben venga, ma tenendo presente che anche la psicologia è una disciplina in evoluzione.
Sul fatto che sia in evoluzione, lo sappiamo tutti, ma un po bisogna muoversi senno fermiamo il mondo.
Chiaramente ci vuole sale in zucca. La soluzione (scientifica? psicologica') dell elettroschok negli anni 50/70 era si in evoluzione, ma fu una TORTURA legalizzata.
Comunque, tornando al punto, resta da capire se si accetta che il paziente (adolescente, legalmente quasi adulto) possa decidere da solo o se non sia maturo. Se possa interagire da solo con i medici, gli psicologi senza la presenza dei genitori. Io al momento non ho notizie di "pentiti" minorenni.
Laura Bianchi
- Monica71
- Gurl
- Messaggi: 174
- Iscritto il: martedì 11 dicembre 2018, 18:50
- Località: Cremona
- Età: 53
- Contatta:
-
Accesso area fotografica
Re: transgender e adolescenza
Condivido completamente il pensiero di Alyssa !Alyssa ha scritto:Servirebbero competenze in diversi ambiti medici per poter esprimere qualcosa che non sia solo una semplice opinione in merito, ma tant'è.
Comunque, al netto della retorica del dolore o della minimizzazione del problema, dovremmo essere tutt* d'accordo che la cosa che conta è tutelare il bambino/adolescente.
Io penso sia opportuno supportare la persona, ma non inteso come dargli ormoni, o bloccanti.
Andrebbe affrontato un percorso psicologico che coinvolgesse tutta la famiglia, e che consentisse a tutti, innanzitutto, di accettare la situazione e trovare il modo migliore di gestirla.
"Aspettare i 18 anni" non va inteso come "ignorare il problema".
Non è che gli ormoni siano la cura per il disagio, le discriminazioni o il bullismo che un bambino diverso dagli altri subisce.
Non sono i bloccanti che lo faranno accettare dalla sua famiglia o dagli amici.
Non è giusto negare ad un bambino la possibilità di crescere ed imparare a conoscere il corpo che abita, anche se non gli piace, anche se non lo sente suo.
È uno dei passaggi che tutti gli adolescenti devono affrontare e dal quale sboccia l'adulto, che a quel punto sarà libero di fare ciò che vuole del suo corpo.
A meno che salti fuori un metodo per stabilire con una certa sicurezza che il/la bambin* necessiti di cure mediche per adeguare il suo corpo al suo "sentito interiore", nessun medico (a ragione, secondo me) si può permettere di decidere per lui/lei, né tanto meno dei genitori del/della bambin* in questione.
Sarebbe, secondo me, una violenza al pari dei "trattamenti correttivi" che si cercava di mettere in pratica in passato.
Teniamo ben presente che possono esserci effetti irreversibili anche se non voluti, che "esistono le sfumature", che ogni caso è un caso a sé, e non sono io a dire queste cose!
E col consenso dei genitori?
Neanche!
Che grado di comprensione o preparazione dovrebbero avere i genitori per poter stabilire una cosa così importante quando neanche un team di medici è in grado di farlo in modo univoco?
Non è mica come avere un dente cariato che si vede, va tolto e basta.
E allora si torna al punto di partenza: finché il/la bambin* non sarà in grado di prendersi la responsabilità legale di quello che fa, sarebbe opportuno darle supporto senza pasticciare con il suo corpo.
Monica
Sei qui con la soluzione o fai parte del problema?
Sei qui con la soluzione o fai parte del problema?
- Maurina
- Gurl
- Messaggi: 387
- Iscritto il: mercoledì 17 maggio 2017, 22:43
- Località: Marche
- Età: 42
- Contatta:
-
Accesso area fotografica
Re: transgender e adolescenza
Mi sembra di capire che a questo punto il domandone è se consentire al minorenne se avviare un qualche tipo di intervento sul proprio corpo, oppure aspettare che compia i fatidici 18 anni.
Personalmente non credo che 17 o 18 faccia tanta differenza sotto il profilo della maturità.
Voglio fare soltanto un esempio banale.
Se un 16enne sente di non appartenere al genere biologico ma a quello opposto, credo che siamo tutti concordi che questa sua necessità non vada repressa ma per quanto possibile assecondata, o sbaglio?
Di conseguenza se decide di uscire con le amiche con abiti femminile e leggermente truccata, che si fa?
Negarglielo finchè non arriva a 18 anni?
Tanto lo farà ugualmente, di nascosto dai genitori.
Quindi vale la pena consentirgli di fare le sue esperienze, magari in ambiti protetti e con l'aiuto e il sostegno dei familiari.
A questo punto una blanda cura ormonale non penso possa fare tanta differenza nel creare disagi sotto l'aspetto della socializzazione o aumentare il rischio di bullismo.
Quindi tanto vale...
Sul pasticciare con il corpo, tanto è una cosa che prima o poi farà una volta arrivato a 18 anni.
Consentirgli di farlo qualche mese prima non cambia molto la situazione, considerando anche gli effetti molto lenti del cambiamento.
Sul chi deve prendere la decisione è chiaro, essendo minorenne la scelta è dei genitori in accordo con la struttura che segue il ragazzo / a.
Il problema sorge quando ci sono dei genitori che si oppongono, che come dice giustamente Laura non fanno sicuramente il bene del loro figlio / a.
Saluti
Personalmente non credo che 17 o 18 faccia tanta differenza sotto il profilo della maturità.
Voglio fare soltanto un esempio banale.
Se un 16enne sente di non appartenere al genere biologico ma a quello opposto, credo che siamo tutti concordi che questa sua necessità non vada repressa ma per quanto possibile assecondata, o sbaglio?
Di conseguenza se decide di uscire con le amiche con abiti femminile e leggermente truccata, che si fa?
Negarglielo finchè non arriva a 18 anni?
Tanto lo farà ugualmente, di nascosto dai genitori.
Quindi vale la pena consentirgli di fare le sue esperienze, magari in ambiti protetti e con l'aiuto e il sostegno dei familiari.
A questo punto una blanda cura ormonale non penso possa fare tanta differenza nel creare disagi sotto l'aspetto della socializzazione o aumentare il rischio di bullismo.
Quindi tanto vale...
Sul pasticciare con il corpo, tanto è una cosa che prima o poi farà una volta arrivato a 18 anni.
Consentirgli di farlo qualche mese prima non cambia molto la situazione, considerando anche gli effetti molto lenti del cambiamento.
Sul chi deve prendere la decisione è chiaro, essendo minorenne la scelta è dei genitori in accordo con la struttura che segue il ragazzo / a.
Il problema sorge quando ci sono dei genitori che si oppongono, che come dice giustamente Laura non fanno sicuramente il bene del loro figlio / a.
Saluti