Celeste ha scritto: ↑sabato 6 febbraio 2021, 19:54
Nathan ha scritto: ↑sabato 6 febbraio 2021, 18:47
Celeste ha scritto: ↑sabato 6 febbraio 2021, 14:46
Quello che mi importa sempre nel dialogo è cercare di capire come l'altra persona si sente, però non mi piace quando poi si finisce per etichettare un intero gruppo. Ad esempio se una transgender MTF descrive come lei in particolare si sente donna mi interessa, ma se invece fa delle affermazioni su come sono fatti gli uomini allora non mi piace più, la stessa cosa per transgender FTM. Un dialogo lo vedo possibile solo se c'è rispetto per tutta la diversità non solo quella di certi gruppi, quindi anche rispetto per la diversità all'interno del gruppo degli uomini cisgender e diversità all'interno del gruppo delle donne cisgender, non solo rispetto dei gruppi non cisgender. Pertanto nemmeno mi piacciono affermazioni del tipo: noi siamo crossdresser o transgender e siamo tutti/tutte diverse, invece gli uomini sono fatti così e così e le donne così e così. Quando si ignorano volutamente le diversità al di fuori del proprio gruppo si apre la strada alla discriminazione. La diversità è una caratteristica importante degli esseri umani, quando si nega la diversità altrui di sta disumanizzando. Poi naturalmente mi interessa se si va ad indagare un determinato fenomeno psicologico/sociale per cercare di comprendere come si verifica, quali impressioni lo caratterizzano, come abbiamo fatto recentemente con gli etero redpill, in quel caso si tratta di uomini etero che si comportano in un dato modo quindi non tutti gli uomini etero in quanto tali. Affinchè ci sia un dialogo ritengo che bisogna avere l'accortezza di non solo pretendere rispetto, ma anche di darlo, se non c'è questa reciprocità si va a finire in provocazioni che non possono portare al dialogo, ma solo a tifoserie.
Premesso questo nel mio caso specifico non ho bisogno di negare il mio essere uomo perchè tutto quello che provo non è affatto incompatibile con una biologia maschile, e non vedo come potrebbe esserlo, visto che comunque una normale biologia maschile mi permette di pensare, emozionarmi, sognare, amare, essere dolce, affettuosa, parlare con la desinenza femminile, indossare abiti venduti per le donne (ovviamente sarebbe molto meglio se ciò fosse pienamente accettato socialmente), ecc... ecc... certo non nego che mi piacerebbe anche poter provare ad avere un apparato genitale quanto più femminile, però tutto sommato non è così determinante per me e poi non sono cose che si possono provare per poi tornare indietro.
ma tutto il sentire non è mai incompatibile con la nostra biologia.
Se esistono le persone difformi al genere, è proprio perché qualsiasi sensazione o desiderio può appartenere a qualsiasi realtà fisica dell'essere umano
Appunto ma se con un corpo maschile posso provare tutto ciò che provo allora non vedo il motivo di considerarmi di un genere diverso. Il mio problema è invece che ho ricevuto tentativi di influenzamento a dover essere e a non dover essere in un certo modo solo perchè ho una data biologia. Se io affermassi di essere interiormente di un genere diverso, mi sentirei di parlare con la voce delle altre persone che hanno stabilito che cosa sia adeguato e cosa no. E allora ci si potrebbe chiedere perchè uso la desinenza femminile... La uso per cercare di liberarmi da ciò che mi è stato inculcato, perchè volente o nolente un condizionamento ricevuto per tanti anni soprattutto nell'età dello sviluppo non si butta via con un semplice atto di volontà, bensì può essere necessario qualche aiuto simbolico che faccia presa sull'inconscio che è stato condizionato a rimanere entro dei rigidi parametri di emozione, espressione emotiva, interazione, sessualità, gusti, ecc...
Premettendo che a me non interessa fare proselitismo sul definirsi transgender, anche in segreto,
secondo me c'è un equivoco su cosa significa transgender
Ci sono persone transgender che non si sentono "nel corpo sbagliato".
Direi che tutto l'attivismo transgender degli ultimi 15 anni ha lottato contro questa retorica.
maschio e femmina sono semplicemente i sessi biologici. Donna e uomo sono le identità di genere, e infine maschile e femminile riguardano le espressioni di genere.
Quindi di certo un uomo può essere femminile senza definirsi transgender, e una donna può essere maschile senza definirsi transgender, questo qualsiasi siano i loro orientamenti sessuali.
Il fatto che non sono "in guerra" col mio corpo, o che sia consapevole che chiunque, qualsiasi biologia abbia, possa provare qualsiasi emozione, non mi spinge a definirmi donna "in quanto femmina".
Non mi interessa una vita pubblica come donna, presentarmi donna in coppia, non mi riconosco nel genere femminile, non mi sento simile a quelle persone che sono sia femmine che donne, e neanche alle donne trans.
Io mi riconosco come uomo transgender perché sento di non appartenere al gruppo sociale delle donne (trans e non).
Poi è chiaro che esistono le donne mascoline, le cosiddette butch, ma non mi sento neanche come loro.
Una definizione deve stare bene addosso, come un abito. E quella di uomo T "mi calza bene". Sono uomo, come gli altri uomini, ma sono anche T, perché la mia biologia e storia è diversa da quella degli altri uomini.
Rispetto le donne mascoline che si esprimono nella loro naturale "mascolinità", con ruoli e comportamenti che sarebbero permessi e riservati solo agli uomini. Li stimo, ma non faccio parte di questo gruppo di persone.
Stimo anche chi, uomo femminile, si sente a suo agio a definirsi uomo. Le persone così contribuiranno tanto a cambiare il mondo.
Semplicemente comunico che trans non è "nato nel corpo sbagliato", e provare certe sensazioni non è "non appartengono al mio corpo, dovevo nascere con un altro corpo, devo cambiarlo".
Semplicemente ognuno trova una casa, una risposta, una definizione, e se vive bene, se è felice, allora è quella giusta per lui/lei.