La storia di April Dawn
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La storia di April Dawn
Care amiche ,
condivido una storia apparsa sul Venerdì di Repubblica: si tratta di uomo di nome Al Shaefer, fotografo, che per tutta la vita ha avuto un alter ego femminile, April Dawn Alison; insomma una di noi.
April Dawn non è mai uscita dalle mura di casa, né vista da anima viva. Ma ora, dopo la sua morte, sono stati trovati oltre 9000 autoscatti, che il curatore testamentario ha deciso di pubblicare in un libro fotografico: April Dawn Allison, a cura di Erin O'Toole.
Mi sono commossa per questo atto di omaggio ed anche per le parole di grande rispetto, quasi affetto di Michele Smargiassi, autore dell'articolo sul Venerdì, che vi invito a leggere.
Baci
Roberta
PS: allego una foto fatta col mio telefonino delle pagine di giornale; anche se non ce ne sarebbe bisogno, autorizzo senza problemi lo staff a rimuoverle nel caso ci fossero problemi di Copyright.
Comunque in rete ci sono diversi link su siti americani, ovviamente in inglese. C'è anche una mostra fotografica in corso a S
Francisco, se qualcuno avesse voglia di fare un viaggetto.
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condivido una storia apparsa sul Venerdì di Repubblica: si tratta di uomo di nome Al Shaefer, fotografo, che per tutta la vita ha avuto un alter ego femminile, April Dawn Alison; insomma una di noi.
April Dawn non è mai uscita dalle mura di casa, né vista da anima viva. Ma ora, dopo la sua morte, sono stati trovati oltre 9000 autoscatti, che il curatore testamentario ha deciso di pubblicare in un libro fotografico: April Dawn Allison, a cura di Erin O'Toole.
Mi sono commossa per questo atto di omaggio ed anche per le parole di grande rispetto, quasi affetto di Michele Smargiassi, autore dell'articolo sul Venerdì, che vi invito a leggere.
Baci
Roberta
PS: allego una foto fatta col mio telefonino delle pagine di giornale; anche se non ce ne sarebbe bisogno, autorizzo senza problemi lo staff a rimuoverle nel caso ci fossero problemi di Copyright.
Comunque in rete ci sono diversi link su siti americani, ovviamente in inglese. C'è anche una mostra fotografica in corso a S
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La Roby
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Re: La storia di April Dawn
Non so se il de cuius abbia lasciato disposizioni in merito, bisognerebbe conoscere tutta la storia, ma sarebbe assai singolare oltreche' spiacevole che dopo una vita passata a nascondersi fosse finito suo malgrado sui giornali proprio da morto.
Spero non mi capiti altrettanto, anche se le probabilita' sono minime in quanto non ho un archivio cosi' imponente ne' sono un personaggio di cui importi qualcosa a qualcuno, men che meno ai giornali.
Pero' ribadisco, l'esecutore testamentario in assenza di disposizioni precise poteva e doveva mantenere il riserbo.
Spero non mi capiti altrettanto, anche se le probabilita' sono minime in quanto non ho un archivio cosi' imponente ne' sono un personaggio di cui importi qualcosa a qualcuno, men che meno ai giornali.
Pero' ribadisco, l'esecutore testamentario in assenza di disposizioni precise poteva e doveva mantenere il riserbo.
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"La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia." (E. Flaiano)
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Re: La storia di April Dawn
Anche io di primo acchito ho avuto il tuo pensiero.AnnaSettantatre ha scritto:
Pero' ribadisco, l'esecutore testamentario in assenza di disposizioni precise poteva e doveva mantenere il riserbo.
Però non conosciamo tutta la storia e le condizioni al contorno.
L'articolo racconta che la curatrice ha affrontato il problema morale e si è confrontata con persone autorevoli in ambito LGBT prima di decidere.
Presumo anche con la famiglia, oppure possiamo pensare che di familiari/eredi non ce ne siano se alla fine tutto è ricaduto nella responsabilità di una terza persona.
Nel dubbio, ho deciso di sospendere il giudizio su questo aspetto e pensare alla parte sentimentale di questa storia.
Baci
Roberta
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La Roby
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Re: La storia di April Dawn
È difficile sapere cosa volesse il defunto, probabilmente impossibile. Poi un conto è mostrare le proprie foto in forma anonima, senza che nessuno possa sapere chi veramente sei e un altro conto è che quelle foto siano proprio associate al tuo nome. Se io fossi lo spirito di un morto e dall’alto vedessi che le mie foto vengono mostrate abbinate al mio nome non so se mi farebbe piacere, comunque sarebbe una forzatura rispetto a ciò che ho fatto finora durante la mia vita. Una forzatura compiuta da altre persone che hanno deciso per me. Poi quella forzatura può portare ad una tranquilla sincerità oppure può essere la violazione di qualcosa di intimo, è una bella responsabilità decidere per altri. Certo che anche il titolo mi lascia qualche dubbio infatti dice “L’uomo che volle essere…” e chi può dirlo? Forse era solo il tentativo di sfogare un'inspiegabile pulsione interiore, un modo per vivere una vita volutamente al maschile anche se c’era questa cosa nascosta che magari era marginale (9000 scatti non vogliono dire niente, poi essendo fotografo si suppone che avesse un certo amore per l’estetica). Il titolo dell’articolo mi sembra invece affermare che lui volesse proprio essere April… e anche questa mi pare una cosa tirata per i capelli, fatta senza sapere la verità.
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Re: La storia di April Dawn
Roby articolo davvero interessante grazie
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Deborah
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Re: La storia di April Dawn
Grazie Roby, molto interessante, non lo conoscevo...
Questo libro porta un bel messaggio, sia a noi che ci confidiamo a vicenda, sia per quelle che si sono sempre sentite sole, porta alla luce ancora una volta che il sentimento e la voglia di femminilità che la maggior parte di noi sente è qualcosa che è sempre esistito, esiste e continuerà ad esistere.
Sentimento presente anche in quelle persone per cui nessun avrebbe sospettato, magari alcune di noi hanno il vicino o il collega xd, che si fa le foto mentre prova vestiti eleganti nella propria camera... chissà...
Il libro e la mostra sono un'ottima cosa, serve alla "causa", far vedere, far uscire questa cosa nel mondo e far capire agli "altri" che non bisogna aver paura o fastidio, siamo persone normali come tutti.
A vedere queste foto, e altre trovare su internet, provo anche un sentimento di tristezza, non posso immaginare quanto fosse difficile all'epoca fare cd, comprare vestiti, trucchi, niente tutorial semplici da raggiungere, nessun social a cui approcciarsi e condividere le proprie esperienze... solo isolamento e solitudine, molto triste...
Sulle ragioni morali e legali sul aver pubblicato queste foto post morte, ho trovato un articolo interessante che condivido come ragionamento...
https://www.bjp-online.com/2019/07/the- ... wn-alison/" onclick="window.open(this.href);return false;
un sunto: "un artista (come era lui) vuole che le proprie opere vengano viste"
XOXO Abby
Questo libro porta un bel messaggio, sia a noi che ci confidiamo a vicenda, sia per quelle che si sono sempre sentite sole, porta alla luce ancora una volta che il sentimento e la voglia di femminilità che la maggior parte di noi sente è qualcosa che è sempre esistito, esiste e continuerà ad esistere.
Sentimento presente anche in quelle persone per cui nessun avrebbe sospettato, magari alcune di noi hanno il vicino o il collega xd, che si fa le foto mentre prova vestiti eleganti nella propria camera... chissà...
Il libro e la mostra sono un'ottima cosa, serve alla "causa", far vedere, far uscire questa cosa nel mondo e far capire agli "altri" che non bisogna aver paura o fastidio, siamo persone normali come tutti.
A vedere queste foto, e altre trovare su internet, provo anche un sentimento di tristezza, non posso immaginare quanto fosse difficile all'epoca fare cd, comprare vestiti, trucchi, niente tutorial semplici da raggiungere, nessun social a cui approcciarsi e condividere le proprie esperienze... solo isolamento e solitudine, molto triste...
Sulle ragioni morali e legali sul aver pubblicato queste foto post morte, ho trovato un articolo interessante che condivido come ragionamento...
https://www.bjp-online.com/2019/07/the- ... wn-alison/" onclick="window.open(this.href);return false;
un sunto: "un artista (come era lui) vuole che le proprie opere vengano viste"
XOXO Abby
Re: La storia di April Dawn
Capisco l'importanza della "causa" ma siamo sicure che valga la pena sacrificare la privacy di una persona scomparsa? Davvero fare questo porta un vantaggio? A me, come reazione, viene una gran voglia di eliminare qualsiasi possibilità di essere usata da altri.
Mi incuriosisce l'ipotesi che lui, essendo un artista, volesse proprio che le sue foto vestito da donna (tra l'altro mi sembra che siano incluse anche pose ampiamente fetish) venissero pubblicate abbinate al suo nome... per me non è solo una questione di arte, si tratta di una cosa molto personale, che egli ha celato durante tutta la sua vita. L'arte può anche essere un'attività che serve a se stessi come catarsi, come studio delle proprie fantasie, un modo per guardarsi dentro senza censure, una ricerca privata... possibile che non valga nulla la delicatezza e il pudore del non voler mostrarsi al pubblico? Conta solo osare e spingere gli altri ad osare?
E poi se per se stessi è tanto urgente la causa, allora perché non rischiare in prima persona (rendendo riconoscibile la propria identità), invece di mettere davanti qualcun altro che non può nemmeno rifiutarsi? Io apprezzo di più la lotta commisurata ai propri limiti, rispetto alla lotta in cui si forzano i limiti di qualcun altro, specie se costui è inerme.
Mi incuriosisce l'ipotesi che lui, essendo un artista, volesse proprio che le sue foto vestito da donna (tra l'altro mi sembra che siano incluse anche pose ampiamente fetish) venissero pubblicate abbinate al suo nome... per me non è solo una questione di arte, si tratta di una cosa molto personale, che egli ha celato durante tutta la sua vita. L'arte può anche essere un'attività che serve a se stessi come catarsi, come studio delle proprie fantasie, un modo per guardarsi dentro senza censure, una ricerca privata... possibile che non valga nulla la delicatezza e il pudore del non voler mostrarsi al pubblico? Conta solo osare e spingere gli altri ad osare?
E poi se per se stessi è tanto urgente la causa, allora perché non rischiare in prima persona (rendendo riconoscibile la propria identità), invece di mettere davanti qualcun altro che non può nemmeno rifiutarsi? Io apprezzo di più la lotta commisurata ai propri limiti, rispetto alla lotta in cui si forzano i limiti di qualcun altro, specie se costui è inerme.
Re: La storia di April Dawn
Grazie Roby per aver condiviso la notizia; la collezione di foto sarà in mostra al museo di arte moderna di San Francisco fino a Dicembre, mi piacerebbe vederla, tuttavia il catalogo della mostra si può acquistare sul sito del museo.
Non è il primo artista che mette in mostra il suo alterego; Nel libro I’ll Be Your Mirror (edito in marzo per la Cooper Castelvecchi) analizzi il travestitismo fotografico. Partendo da Rrose Sèlavy di Duchamp sino a giungere ad una contemporaneità ristretta, approfondisce i casi di circa trenta artisti.
Non ho ancora letto l'articolo ma sarebbe interessante coinvolgere da vicino gente come Smargiassi, Nardi sulla fotografia postmoderna per cercare di colmare la mancanza di una cultura del crossdressing.
Non è il primo artista che mette in mostra il suo alterego; Nel libro I’ll Be Your Mirror (edito in marzo per la Cooper Castelvecchi) analizzi il travestitismo fotografico. Partendo da Rrose Sèlavy di Duchamp sino a giungere ad una contemporaneità ristretta, approfondisce i casi di circa trenta artisti.
Non ho ancora letto l'articolo ma sarebbe interessante coinvolgere da vicino gente come Smargiassi, Nardi sulla fotografia postmoderna per cercare di colmare la mancanza di una cultura del crossdressing.