Non c'è più speranza...
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Non c'è più speranza...
https://www.corriere.it/scuola/primaria ... V5CCeSO-EU
Ho voglia di rissa, cerco un figlio in affitto e vado a menare.
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Re: Non c'è più speranza...
Le madri tigre.. che sia un eccesso di testosterone?
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Re: Non c'è più speranza...
Penso più una carenza di neuroni.
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Re: Non c'è più speranza...
Concordo, è carenza di neuroni. Poveri piccoli, che bel momento educativo! Poi ci lamentiamo dei giovani, dovremmo mandare i loro genitori al confino...
Antonella
E' facile essere una femmina, bastano un paio di tacchi a spillo e abiti succinti. Ma per essere DONNA ti devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio (Anna Magnani)
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Re: Non c'è più speranza...
Il buon senso, già merce rara anni or sono, è definitivamente morto...AnimaSalva ha scritto:Penso più una carenza di neuroni.
E' stato sepolto affianco all'Etica...
L'"Analfabeta Pride", il trionfo dell'ignoranza, ormai dilaga ovunque...
Avvilente specchio di una società che si sta perdendo...
Ho modo di vedere "da dentro" il mondo della scuola... c'è una intera generazione di genitori da radere al suolo...LellaB ha scritto: Poi ci lamentiamo dei giovani, dovremmo mandare i loro genitori al confino...
Veronica
Re: Non c'è più speranza...
Percepisco pessimismo e rassegnazione.
Durante la leva, conobbi due ragazzi provenienti da due diverse regioni: un pastore analfabeta e un ragazzo che "sfoggiava" un corpo trivellato di cicatrici (per lo più un retaggio di qualche sparatoria) originario della città teatro dell'accaduto.
Quel ragazzo analfabeta che non aveva avuto la possibilità di studiare sembrava aver cura della vita, del bene pubblico, senza anteporre loro il proprio ristretto interesse personale. L'altro ragazzo anche se diplomato sapeva risolvere più facilmente le controversie con un coltello che con la prosa.
La saggezza sembra essere una virtù indipendente dal grado d'istruzione.
Durante la leva, conobbi due ragazzi provenienti da due diverse regioni: un pastore analfabeta e un ragazzo che "sfoggiava" un corpo trivellato di cicatrici (per lo più un retaggio di qualche sparatoria) originario della città teatro dell'accaduto.
Quel ragazzo analfabeta che non aveva avuto la possibilità di studiare sembrava aver cura della vita, del bene pubblico, senza anteporre loro il proprio ristretto interesse personale. L'altro ragazzo anche se diplomato sapeva risolvere più facilmente le controversie con un coltello che con la prosa.
La saggezza sembra essere una virtù indipendente dal grado d'istruzione.
- ccinzia61
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Re: Non c'è più speranza...
Esatto!!!LellaB ha scritto:Concordo, è carenza di neuroni. Poveri piccoli, che bel momento educativo! Poi ci lamentiamo dei giovani, dovremmo mandare i loro genitori al confino...
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Re: Non c'è più speranza...
Il rispetto per il prossimo e la buona educazione che manca
Monica
Sei qui con la soluzione o fai parte del problema?
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- ccinzia61
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Re: Non c'è più speranza...
Mancano proprio "i fondamentali".....Monica71 ha scritto:Il rispetto per il prossimo e la buona educazione che manca
- vernica71
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Re: Non c'è più speranza...
Pessimismo sì... rassegnazione no...Frida ha scritto:Percepisco pessimismo e rassegnazione.
Durante la leva, conobbi due ragazzi provenienti da due diverse regioni: un pastore analfabeta e un ragazzo che "sfoggiava" un corpo trivellato di cicatrici (per lo più un retaggio di qualche sparatoria) originario della città teatro dell'accaduto.
Quel ragazzo analfabeta che non aveva avuto la possibilità di studiare sembrava aver cura della vita, del bene pubblico, senza anteporre loro il proprio ristretto interesse personale. L'altro ragazzo anche se diplomato sapeva risolvere più facilmente le controversie con un coltello che con la prosa.
La saggezza sembra essere una virtù indipendente dal grado d'istruzione.
L'ignoranza a cui mi riferisco non è quella umile di chi non ha potuto accedere ad una istruzione istituzionalizzata,
ma quella arrogante talvolta presente anche in chi ha potuto raggiungere livelli di istruzione elevati...
Siamo tutti ingoranti in qualche cosa... anzi sulla maggior parte delle cose... solo che da qualche tempo, "forse"
anche grazie all'illusoria potenziale informazione globale fornita dai nuovi mezzi tecnologici, si è persa questa
consapevolezza e tutti pensano di sapere tutto e meglio di tutti gli altri solo perché l'hanno letto di sfuggita da "qualche parte"...
Così capita che genitori (alla cui base, in qualche caso, forse c'è anche un rapporto non sano con i propri...) - spesso proprio
quelli con istruzione più elevata - si arroghino il diritto di criticare l'insegnante sulla base di quello che secondo loro sarebbe
il giusto comportamento della scuola senza minimamente prendere in considerazione l'esperienza e la professionalità dell'insegnante
che hanno di fronte (e senza sapere minimamente quale sia il programma ministeriale che questa debba seguire)
D'altro canto, gli ingnoranti veri (inteso proprio nel senso di "non sapere") illusi che le poche informazioni frammentarie che raccolgono
di qua e di là sui social siano sufficienti a renderli esperti su tutto lo scibile, hanno preso a ignorare proprio il fatto di "non sapere"!
E' la consapevolezza di essere "ignoranti" che spinge a colmare le lacune; se non si riconosce di averle, come si potrebbero colmare!
Io penso che oggi sia paradossalmente più difficile di un tempo fare questo. L'accesso alle informazioni, spesso solo divulgative e
senza garanzia sulla fonte, è notevolmente facilitato, ma non ci si rende conto che non bastano un paio di articoli di Wikipedia e
"la spiega" di "uno" su Facebook per poter dire di sapere tutto su un qualsiasi argomento...
Ormai ritenersi "esperti" solo sul proprio campo di specializzazione è considerato "limitante" e motivo di vergogna, sentimento
che molti provano senza però sapergli dare un nome confondendolo col più generico "disagio". (Riporto quello che io percepisco
osservando le persone con cui ho a che fare)
Un antico proverbio dialettale delle mie parti (me ce ne sarà certamente uno simile per ogni regione) recita: "Ofelè fa el to mesté".
Saggezza popolare di un tempo più "ignorante" ma umile e consapevole.
Veronica