Il mio viaggio negli USA

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Roby »

Monica Poli ha scritto: [...] così, se mai mi dovessi chiedere consiglio per il prossimo viaggio, da vero (anzi verissimo) amico, cercherei di dissuaderti.
Con estrema sincerità. Un abbraccio,
Claudio
Grazie, davvero! Anche Marina, come ha scritto pubblicamente, tenta sempre di dissuadermi.

Ma io da bella testona che sono, oppure come conseguenza della mia vitale necessità di esistere, non seguirò questi consigli.
Se dovessi tornare indietro rifarei esattamente quel che ho fatto e nel prossimo viaggio, se ci saranno le condizioni, credo proprio che lo rifarò!

Un abbraccio

Roberta




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Monica Poli
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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Monica Poli »

Roby ha scritto:
Monica Poli ha scritto: [...] così, se mai mi dovessi chiedere consiglio per il prossimo viaggio, da vero (anzi verissimo) amico, cercherei di dissuaderti.
Con estrema sincerità. Un abbraccio,
Claudio
(...) Ma io da bella testona che sono, oppure come conseguenza della mia vitale necessità di esistere, non seguirò questi consigli.
Se dovessi tornare indietro rifarei esattamente quel che ho fatto e nel prossimo viaggio, se ci saranno le condizioni, credo proprio che lo rifarò!
E io al tuo posto farei lo stesso, perché mi conosco... : Wink :
La femminilizzazione è la mia vacanza dall'essere uomo.

Lau

Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Lau »

Monica Poli ha scritto:
Frida ha scritto:Adoro il tuo racconto, le foto sono bellissime : Love :
Monica Poli ha scritto: Affermare un diritto ad apparire ciò che ci si sta apprestando ad essere è diverso dall’affermare il diritto di apparire ciò che non si è e non si sarà mai.
La questione è aperta al dibattito politico, c'è la possibilità politica che il "desiderio di essere" sia prevalente sull'essere; in futuro l'identità sarà un mero fatto biometrico e non rappresentativo.
Direi che vale sempre la pena di lottare per quello che si desidera, affrontando situazioni critiche.
Frida, qui non si tratta di andare in piazza ad affermare il diritto di apparire donne anche se si è uomini, o di partecipare a cortei e manifestazioni per lottare contro le discriminazioni...
Si tratta di convincere l'agente riottoso dell'immigration americana che tu hai il diritto di apparire come una donna anche se il tuo passsaporto dice che sei un uomo. E se l'agente se ne frega dei tuoi diritti perché non li ritiene tali e quindi ti sbatte da qualche parte in attesa che qualcuno decida della tua sorte, sono c...i.
quoto Monica...
per esperienza ....
lavoro negli stati uniti e in italia e negli stati uniti vado spesso , e spesso ancora in posti che di turistico non hanno niente, se non il cognome storpiato di qualche italiano manco di seconda, ma di terza generazione.

Vado nei posti del sud quelli dei rednecks e del KKK e ti garantisco che già il fatto di avere tatuaggi sulle mani e sul collo come me è un grosso problema.

vi racconto questa e poi fatevi due conti di come sia stata fortunata Roby...
tre anni fa all'ultimo anno di validità del mio passaporto mi hanno fermata ad atlanta all'immigrazione perchè sulla foto non comparivano i tatuaggi che ora ho,...e non solo , neppure dopo aver sfogliato il passaporto oramai strapieno di visti il più delle volte negli stessi stati , il "pulotto" ha avuto da ridire perchè a suo giudizio un tatuaggio in stile giapponese sul braccio ritraeva una foglia di acero con delle sfumature verdi ...e che quella foglia assomigliava a una foglia di marijuana...

detto questo mi ha , neanche troppo amichevolmente , fatta accomodare in una stanza con un nero di 2 metri , largo altrettanto che mi ha completamente sbudellato i bagagli...
si è fortunatamente fermato sorridendo quando ha trovato una maglia dei denver Broncos , molto rara , e , dopo aver saputo che io sono un supporter di tale squadra come era lui, mi ha lasciato andare...

e tenete presente che non sono bilingue , ma poco ci manca : Blink :

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Roby »

Beh probabilmente sono stata fortunata.

Probabilmente nel tuo casi l'insieme dei tatuaggi che ricordavano la marijuana ed infrequenti viaggi nel paese hanno fatto scattare l'allarme, pensando che potevi aver qualcosa a che fare con la droga.
In effetti il poliziotto del controllo passaporti ha la discrezionalità di chiedere un controllo più approfondito ma alla fine se riescono ad accertare che: 1) tu sei la stessa persona rappresentata nel passaporto 2) non stai commettendo reati, mica potranno negarti l'ingresso nel paese. O no?

Per citare un paio di episodi positivi, la poliziotta che mi ha controllato il passaporto all'uscita dagli USA non ha avuto problemi, anzi mi anche fatto una battuta riguardo alla mia foto maschile: "I supposte that's you... you are much prettier now!". (credo che sia tu, ma ora sei molto più carina).
Anche alla security, dopo il body scanner, mi hanno perquisita manualmente ed è stata un'agente donna a farlo. Segno che la presenza di una persona transgender non è una sorpresa e sanno come comportarsi.

D'altro canto, sempre riguardo al controllo passaporti, sono passata attraverso i varchi automatici in ingresso in UK ed in Germania, oltre che in numerosi gate d'imbarco. Vuol dire che la macchina che ci fa una foto e confronta la nostra immagine con i dati biometrici del passaporto non ha dubbi a riconoscerci nonostante il make up. Da tenere a mente.

Baci

Roberta

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da roby_rm »

Lau ha scritto:
Monica Poli ha scritto:
Frida ha scritto:Adoro il tuo racconto, le foto sono bellissime : Love :
Monica Poli ha scritto: Affermare un diritto ad apparire ciò che ci si sta apprestando ad essere è diverso dall’affermare il diritto di apparire ciò che non si è e non si sarà mai.
La questione è aperta al dibattito politico, c'è la possibilità politica che il "desiderio di essere" sia prevalente sull'essere; in futuro l'identità sarà un mero fatto biometrico e non rappresentativo.
Direi che vale sempre la pena di lottare per quello che si desidera, affrontando situazioni critiche.
Frida, qui non si tratta di andare in piazza ad affermare il diritto di apparire donne anche se si è uomini, o di partecipare a cortei e manifestazioni per lottare contro le discriminazioni...
Si tratta di convincere l'agente riottoso dell'immigration americana che tu hai il diritto di apparire come una donna anche se il tuo passsaporto dice che sei un uomo. E se l'agente se ne frega dei tuoi diritti perché non li ritiene tali e quindi ti sbatte da qualche parte in attesa che qualcuno decida della tua sorte, sono c...i.
quoto Monica...
per esperienza ....
lavoro negli stati uniti e in italia e negli stati uniti vado spesso , e spesso ancora in posti che di turistico non hanno niente, se non il cognome storpiato di qualche italiano manco di seconda, ma di terza generazione.

Vado nei posti del sud quelli dei rednecks e del KKK e ti garantisco che già il fatto di avere tatuaggi sulle mani e sul collo come me è un grosso problema.

vi racconto questa e poi fatevi due conti di come sia stata fortunata Roby...
tre anni fa all'ultimo anno di validità del mio passaporto mi hanno fermata ad atlanta all'immigrazione perchè sulla foto non comparivano i tatuaggi che ora ho,...e non solo , neppure dopo aver sfogliato il passaporto oramai strapieno di visti il più delle volte negli stessi stati , il "pulotto" ha avuto da ridire perchè a suo giudizio un tatuaggio in stile giapponese sul braccio ritraeva una foglia di acero con delle sfumature verdi ...e che quella foglia assomigliava a una foglia di marijuana...

detto questo mi ha , neanche troppo amichevolmente , fatta accomodare in una stanza con un nero di 2 metri , largo altrettanto che mi ha completamente sbudellato i bagagli...
si è fortunatamente fermato sorridendo quando ha trovato una maglia dei denver Broncos , molto rara , e , dopo aver saputo che io sono un supporter di tale squadra come era lui, mi ha lasciato andare...

e tenete presente che non sono bilingue , ma poco ci manca : Blink :
: Smile : non so se nel tuo caso si può parlare di "sfortuna" per i bagagli o fortuna per aver avuto dietro la maglia dei Broncos!

Da come racconti il fatto, mi sembra più un controllo di routine in cui il tipo ha voluto calcare la mano che una cosa dovuta a sospetti o ad allarmi. In quel caso credo che la maglia non sarebbe bastata. Aggiungi che eri la "straniera" e anche latina! : Smile :

Mi spiace per l' accaduto. Non conosco il tuo "stile", però mi viene in mente che probabilmente se ti fossi presentata con una rosa al posto dell'acero, e tutta in "tiro" il bestione in questione avrebbe pensato che potevi dargli delle grane anche se non sei WASP e sarebbe stato almeno più gentile (ma avrebbe anche potuto allungare le mani!).

Unica "consolazione": ti sarebbe potuto succedere anche se fossi stata una bio, specie se "bona" : Smile :

Kiss. Un abbraccio.
roby_rm

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da ccinzia61 »

Roby ha scritto:
Federica ha scritto:per quanto riguarda i documenti pensavo ad una cosa, perché non li rifai con foto nuove di te come sei oggi, struccata magari. In questa maniera nessuno potrà dire che non sei quella della foto
Il mio passaporto ha ancora cinque anni di validità, ma in effetti la mia immagine ormai è cambiata e anche senza trucco non somiglio più a quel tipo che ero 5 anni fa. Quindi si, credo proprio che presto dovrò fare un documento nuovo con una foto del mio aspetto attuale, androgino senza trucco, che mi supporti nelle versioni maschile (si fa per dire) e femminile.

Il problema che in Italia non puoi rifare documenti a tuo piacimento prima della scadenza. O dici che te li hanno rubati (vuol dire dichiarare il falso in un atto pubblico) o che si sono deteriorati (magari li devi deteriorare di proposito).
Baci
Roberta
Con un "lavaggio documenti" in lavatrice risolvi il problema!!! Se le foto sono congruenti il problema non sussiste!! Ovvio che se l'immagine e' un uomo con barba e la polizia ha di fronte una gentil signora....magari...i guai arrivano!!!
Grande Roby!!! : Love : : Love :

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Monica Poli
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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Monica Poli »

Solo per estensione dell'argomento, riporto questo articolo apparso oggi su repubblica.

https://www.repubblica.it/viaggi/2019/1 ... P9-S1.6-T1" onclick="window.open(this.href);return false;
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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Roby »

Letto ma non si applica. Il problema in quel caso era l'immigrazione al di fuori di canali ufficiali pur avendo tutte le carte in regola (passaporto e ESTA) per entrare nel paese.

Oggi ho sottoposto il mio caso ad un'associazione USA di supporto legale LGBT. Vediamo cosa rispondono.

Comunque voglio sottolineare che tra tutte le persone dell'immigration che ho incontrato in entrata / uscita, solo uno ha avuto eccezioni sul mio aspetto fisico ed alla fine sono stata ammessa nel paese.

Roberta

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da MARINA65 »

Cmq dopo che nei primi anni 90 in un viaggio di lavoro negli USA solo per aver superato di 5 miglia orarie la velocita' massima prevista su un'autostrada , piu' o meno 8 Km /h in piu' , peraltro in quel momento deserta, venimmo inseguiti a sirene spiegate e il tizio si avvicino' puntando la pistola ed intimandoci di uscire a mani in alto dalla macchina e il collega USA mi disse che se avessimo fatto un movimento sbagliato quello sparava ed avrebbe pure trovato il giudice che gli dava ragione, capii che e' meglio evitare di avere a che fare con simili schizzati in divisa ed e' meglio evitare di stuzzicarli .......

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Re: Il mio viaggio negli USA

Messaggio da Monica Poli »

Roby ha scritto:Letto ma non si applica.
Infatti, avevo scritto "per estensione", e ovviamente non c'entra col tuo viaggio.
Era solo per sottolineare come le leggi che disciplinano i diritti e i doveri delle persone vengano poi a volte applicate in modo rigido, distorto e disumano da parte dei funzionari che le devono far rispettare. Purtroppo sono casi frequenti anche nei paesi civili o cosiddetti tali, e se ne registrano a centinaia ogni anno.
Alla fine, credo, sia soltanto una questione di fortuna.
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