METTETE CHE...
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METTETE CHE...
Mettete che abbiate deciso di dedicarvi un pomeriggio ed una serata en femme. Mettete che vi siate preparate per due ore con estrema cura.
Mettete che vi stiate dirigendo, intorno alle 13, verso il ristorante per un pranzettino en femme, preludio perfetto per un pomeriggio divertente ed una serata piacevole.
E mettete che vogliate assicurarvi che il vostro portafogli, con i vostri documenti veri, sia sempre lì, nel solito cassettino dell'auto. E mettete che, avendo aperto il cassettino per rassicurarvene, scopriate invece che il portafogli non c'è.
E se già normalmente, in auto, è meglio avere sempre i documenti con sé, quando si è en femme è assolutamente inevitabile, anche considerando la frequenza con la quale alcune persone vengono fermate da Polizia o Carabinieri. Tipo il sottoscritto.
Questo è l'inizio della mia avventura di ieri.
Panico.
Non che tema di averlo perduto. E' sicuramente a casa, ma non posso certo arrivare alla mia abitazione en femme, come nulla fosse. Inoltre a casa c'è mia moglie che lei, si, comprende i miei bisogni, mi copre, mi lava anche delle cose, mi presta indumenti o borse e mi ha visto in qualche fotografia. Ma, come la moglie di Linda, ha sempre sostenuto di non volermi vedere in versione Monica dal vivo.
Che fare? Potrei proporle di mettere il portafogli in una borsetta e portarla in un negozio dove poi io la possa ritirare subito dopo... Non che questa soluzione mi convinca, ma non me ne vengono in mente altre.
Chiamo mia moglie.
"Ciao! Com'è andata stamane dal dentista?" (La prendo alla larga).
Lei mi racconta, mi dice un po' di altre cose.
Vengo al punto. "Senti... Avrei un problemino... Ho lasciato a casa il portafogli..."
"Ah! E adesso?"
"Eh... Adesso devo averlo altrimenti non posso circolare senza documenti...!"
"Ma tu sei già..."
"Beh, si, sono già cambiato..."
Le prospetto l'idea della borsetta e del negozio, che viene bocciata senza appello.
"Oggi pomeriggio alle tre e mezza devo portare tua mamma all'ospedale per quella visita - mi dice - potremmo trovarci nel posteggio dell'ospedale..."
"Forse non hai capito... Io sono già en femme!"
"E beh... Quale altra soluzione c'è?"
"Ok allora... certo che questa cosa avviene nel modo che più fortuito non si può! Va bene, dài, facciamo come dici tu..."
Così ci diamo appuntamento alle tre e mezza nel posteggio dell'ospedale, e da quel momento non faccio che pensare ad altro. Incredibile, mi dico. Una cosa voluta, cercata, anelata per anni sta avvenendo in questo momento senza alcuna premessa e senza alcuna preparazione!!!!
Le due ore che mi separano dall'appuntamento trascorrono lentissime. Non faccio che ritoccarmi, migliorarmi, scrutarmi... Come mi troverà? Vivo sensazioni contrastanti. Da un lato sono sereno e tranquillo, e non so neppure bene io perché. Ma dall'altro è come se dovessi sostenere un esame, il cui esito è nient'affatto scontato. Potrebbe anche dirmi che in versione femminile faccio schifo, che non le piaccio per nulla, che sarebbe stato meglio se non m'avesse visto...
Alle tre sono già nel posteggio, sotto il sole dell'ora più calda che mi obbliga a continui ritocchi di cipria per eliminare il lucido. Lo specchietto retrovisore è costantemente inclinato verso il mio viso.
Alle tre e mezza squilla il telefono. Messaggio. "Dove sei?"
"Secondo parcheggio, seconda fila" Ti aspetto in macchina.
"Arrivo"
Dopo un minuto sento l'inconfondibile rumore dei suoi passi, che riconoscerei fra mille. La vedo mentre si guarda intorno per cercare la mia auto. Muovo la mano per farmi notare. Viene verso di me.
"Ciao!"
"Ciao..."
Mentre mi consegna il portafogli mi scruta come non l'ho mai vista fare prima. Dopo qualche secondo di imbarazzo, decido di osare.
"Se vuoi puoi anche darmi qualche consiglio..."
"Beh... Sei un po' vistosA"
"Quella "A" è stato per me il regalo più bello che potesse farmi, anche se inconsapevole.
Mia moglie è una persona molto diretta, e direttamente esprime ciò che le viene dal profondo. Se ha detto "vistosa" è perché in quel momento mi ha percepita come una donna e non come una, per dire, Platinette qualsiasi. Vuol dire che, tutto sommato, ha visto una figura gradevole, magari un po' sopra le righe - come direbbe Véro - ma gradevole.
Ci salutiamo e io mi avvio per le mie destinazioni, felice come non mai.
Mi sento come se avessi rimosso un ostacolo, superato un tabù... In più tutto è avvenuto nel modo più inaspettato.
Non so cosa questo potrà significare per il futuro, ma intanto mi godo queste belle sensazioni che neanche la Polizia Stradale, che come da routine mi ferma pochi chilometri più avanti all'imbocco dell'autostrada, riesce a cancellare.
Un bacio a tutti,
Claudio.
Sotto: un abitino provato verso sera, che non ho acquistato perché l'ho giudicato troppo corto, anche se mi piaceva molto.
(Lo so, devo dimagrire... )
Mettete che vi stiate dirigendo, intorno alle 13, verso il ristorante per un pranzettino en femme, preludio perfetto per un pomeriggio divertente ed una serata piacevole.
E mettete che vogliate assicurarvi che il vostro portafogli, con i vostri documenti veri, sia sempre lì, nel solito cassettino dell'auto. E mettete che, avendo aperto il cassettino per rassicurarvene, scopriate invece che il portafogli non c'è.
E se già normalmente, in auto, è meglio avere sempre i documenti con sé, quando si è en femme è assolutamente inevitabile, anche considerando la frequenza con la quale alcune persone vengono fermate da Polizia o Carabinieri. Tipo il sottoscritto.
Questo è l'inizio della mia avventura di ieri.
Panico.
Non che tema di averlo perduto. E' sicuramente a casa, ma non posso certo arrivare alla mia abitazione en femme, come nulla fosse. Inoltre a casa c'è mia moglie che lei, si, comprende i miei bisogni, mi copre, mi lava anche delle cose, mi presta indumenti o borse e mi ha visto in qualche fotografia. Ma, come la moglie di Linda, ha sempre sostenuto di non volermi vedere in versione Monica dal vivo.
Che fare? Potrei proporle di mettere il portafogli in una borsetta e portarla in un negozio dove poi io la possa ritirare subito dopo... Non che questa soluzione mi convinca, ma non me ne vengono in mente altre.
Chiamo mia moglie.
"Ciao! Com'è andata stamane dal dentista?" (La prendo alla larga).
Lei mi racconta, mi dice un po' di altre cose.
Vengo al punto. "Senti... Avrei un problemino... Ho lasciato a casa il portafogli..."
"Ah! E adesso?"
"Eh... Adesso devo averlo altrimenti non posso circolare senza documenti...!"
"Ma tu sei già..."
"Beh, si, sono già cambiato..."
Le prospetto l'idea della borsetta e del negozio, che viene bocciata senza appello.
"Oggi pomeriggio alle tre e mezza devo portare tua mamma all'ospedale per quella visita - mi dice - potremmo trovarci nel posteggio dell'ospedale..."
"Forse non hai capito... Io sono già en femme!"
"E beh... Quale altra soluzione c'è?"
"Ok allora... certo che questa cosa avviene nel modo che più fortuito non si può! Va bene, dài, facciamo come dici tu..."
Così ci diamo appuntamento alle tre e mezza nel posteggio dell'ospedale, e da quel momento non faccio che pensare ad altro. Incredibile, mi dico. Una cosa voluta, cercata, anelata per anni sta avvenendo in questo momento senza alcuna premessa e senza alcuna preparazione!!!!
Le due ore che mi separano dall'appuntamento trascorrono lentissime. Non faccio che ritoccarmi, migliorarmi, scrutarmi... Come mi troverà? Vivo sensazioni contrastanti. Da un lato sono sereno e tranquillo, e non so neppure bene io perché. Ma dall'altro è come se dovessi sostenere un esame, il cui esito è nient'affatto scontato. Potrebbe anche dirmi che in versione femminile faccio schifo, che non le piaccio per nulla, che sarebbe stato meglio se non m'avesse visto...
Alle tre sono già nel posteggio, sotto il sole dell'ora più calda che mi obbliga a continui ritocchi di cipria per eliminare il lucido. Lo specchietto retrovisore è costantemente inclinato verso il mio viso.
Alle tre e mezza squilla il telefono. Messaggio. "Dove sei?"
"Secondo parcheggio, seconda fila" Ti aspetto in macchina.
"Arrivo"
Dopo un minuto sento l'inconfondibile rumore dei suoi passi, che riconoscerei fra mille. La vedo mentre si guarda intorno per cercare la mia auto. Muovo la mano per farmi notare. Viene verso di me.
"Ciao!"
"Ciao..."
Mentre mi consegna il portafogli mi scruta come non l'ho mai vista fare prima. Dopo qualche secondo di imbarazzo, decido di osare.
"Se vuoi puoi anche darmi qualche consiglio..."
"Beh... Sei un po' vistosA"
"Quella "A" è stato per me il regalo più bello che potesse farmi, anche se inconsapevole.
Mia moglie è una persona molto diretta, e direttamente esprime ciò che le viene dal profondo. Se ha detto "vistosa" è perché in quel momento mi ha percepita come una donna e non come una, per dire, Platinette qualsiasi. Vuol dire che, tutto sommato, ha visto una figura gradevole, magari un po' sopra le righe - come direbbe Véro - ma gradevole.
Ci salutiamo e io mi avvio per le mie destinazioni, felice come non mai.
Mi sento come se avessi rimosso un ostacolo, superato un tabù... In più tutto è avvenuto nel modo più inaspettato.
Non so cosa questo potrà significare per il futuro, ma intanto mi godo queste belle sensazioni che neanche la Polizia Stradale, che come da routine mi ferma pochi chilometri più avanti all'imbocco dell'autostrada, riesce a cancellare.
Un bacio a tutti,
Claudio.
Sotto: un abitino provato verso sera, che non ho acquistato perché l'ho giudicato troppo corto, anche se mi piaceva molto.
(Lo so, devo dimagrire... )
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La femminilizzazione è la mia vacanza dall'essere uomo.
- auroracd
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Re: METTETE CHE...
Cavoli....ma sei sfigata con tutte queste pattuglie che ti fermano!! Ma te le vai a cercare?
Bella vicenda e bella soddisfazione, chissà che non abbia risvolti positivi nel futuro prossimo!?!?
Il ghiaccio intanto è rotto.
Bella vicenda e bella soddisfazione, chissà che non abbia risvolti positivi nel futuro prossimo!?!?
Il ghiaccio intanto è rotto.
Donna non si nasce, si diventa
- dream62
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Re: METTETE CHE...
Innanzitutto bel racconto caro Claudio.
Credo che tu abbia compiuto un grande passo avanti e tua moglie abbia compiuto un grande atto di amore. Sul fatto di avere i documenti a bordo se n'è parlato a lungo su altri topic, quindi giustissimo recuperare il portafoglio per evitare che una bella giornata diventi un incubo.
Però a questo punto mi sento in obbligo di una raccomandazione: torna subito in quel negozio a prendere quel vestito nella foto! Non vorrai mica lasciartelo scappare?! Corto? no, ti stava benissimo. Dai , sei ancora lì?
Stefy
Credo che tu abbia compiuto un grande passo avanti e tua moglie abbia compiuto un grande atto di amore. Sul fatto di avere i documenti a bordo se n'è parlato a lungo su altri topic, quindi giustissimo recuperare il portafoglio per evitare che una bella giornata diventi un incubo.
Però a questo punto mi sento in obbligo di una raccomandazione: torna subito in quel negozio a prendere quel vestito nella foto! Non vorrai mica lasciartelo scappare?! Corto? no, ti stava benissimo. Dai , sei ancora lì?
Stefy
- lucreziacd
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Re: METTETE CHE...
Si, sta abbastanza bene...però segna un pò i fianchi e l'addome e non valorizza il seno. Poi in effetti, come dice Monica, mi sembra un pò corto.
Lucrezia
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Re: METTETE CHE...
Bel racconto! Emozionante!
Ho imparato a mie spese che le cose accadono senza che vengano programmate...
anzi... se devono accadere, tutto di dispone perché avvengano...
E, alla fine, spesso situazioni complicate si risolvono da sole...
Veronica
Ho imparato a mie spese che le cose accadono senza che vengano programmate...
anzi... se devono accadere, tutto di dispone perché avvengano...
E, alla fine, spesso situazioni complicate si risolvono da sole...
Veronica
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Re: METTETE CHE...
Posso solo dire: cin cin, prosit, sursum corda :)
Quoto la mia omonima Veronica: È stato bello proprio perché non programmato, e adesso probabilmente la strada è in dicscesa.
Il vestito ti segna e io non lo prenderei.
Baci
Very
Quoto la mia omonima Veronica: È stato bello proprio perché non programmato, e adesso probabilmente la strada è in dicscesa.
Il vestito ti segna e io non lo prenderei.
Baci
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L'identità è qualcosa a cui non si può sfuggire (Susan Faludi)
La verità è che i nomi ci scelgono ancora prima di pronunciarli (Giovanna Cristina Vivinetto)
La verità è che i nomi ci scelgono ancora prima di pronunciarli (Giovanna Cristina Vivinetto)
- ccinzia61
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Re: METTETE CHE...
Bello il tuo racconto, forte tua moglie!!! se il trucco era quello che si intravede nella foto anch'io avrei detto la stessa cosa!!, bocca troppo rossa x un uscita di giorno... concordo con Lucrezia l'abito non ti valorizza..uno scivolato probabilmente avrebbe reso molto di piu...anche se io non lo trovo troppo troppo corto....sale perche' e' stretto!!.e sapessi capita anche a me...mi arrabbio quando qualcosa mi segna troppo , complimentissimi invece x la scelta della calza velata e delle scarpe....e complimenti x le gambe!!! e mi piacciono smalto alle unghie e collana!!.....ma..ora la mia curiosita' e' al massimo....quando sei tornata a casa le impressioni di tua moglie, se ti ha dato dei consigli... e se ti ha aiutata a modificare qualche cosa. Secondo me e' bellissimo poter condividere con la persona che si ama anche una parte cosi intima e segreta di se...
- Andrea
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Re: METTETE CHE...
Aggiungo che sono felicissima dell'amore che ti ha dimostrato di tua moglie ringraziandoti per averlo condiviso con noi
Very
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L'identità è qualcosa a cui non si può sfuggire (Susan Faludi)
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La verità è che i nomi ci scelgono ancora prima di pronunciarli (Giovanna Cristina Vivinetto)
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Re: METTETE CHE...
Davvero, mi sembrava di essere in macchina con te a sudare per il caldo e l'emozione!
Piacerebbe anche a me sapere gli sviluppi della storia, i pensieri di tua moglie
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Sery
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- Iscritto il: domenica 2 novembre 2014, 20:25
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Re: METTETE CHE...
Mi unisco alla richiesta dei commenti, che rappresentano l'indispensabile epilogo del racconto...
Lucrezia