Articolo e spunti interessanti su il tema autoginefilia

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Celeste
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Re: Articolo e spunti interessanti su il tema autoginefilia

Messaggio da Celeste »

Frida ha scritto:
Vorrei tranquillizzare Celeste
Leggendo l'articolo della Lawrence mi pare che l'autrice associ il fatto di essere disforico non omosessuale con il fatto di essere autoginefilo, e associ l'autoginefilia alla parafilia. La mia contestazione era verso l'articolo... per come io capisco l'italiano l'autrice fa realmente quelle associazioni, poi posso anche sbagliarmi (ammetto che non ero brava in italiano).

Per il fatto di eccitarsi con dei vestiti da donna non ci trovo nulla di male...

la mia preoccupazione è per il fatto che con il termine "parafilia" secondo l'autrice, ma anche secondo il manuale psichiatrico, il partner diventa essenzialmente superfluo... comunque sono d'accordo con voi sul fatto che il termine parafilia andrebbe usato solo per i casi gravi...
ma è proprio per questo che non capisco perché la Lawrence (forse anche Blanchard?) mette tutta (o quasi) la categoria dei disforici non omosessuali nei parafiliaci (e lo fa attraverso il concetto di autogine-filia), perché fanno questa estremizzazione?

Frida

Re: Articolo e spunti interessanti su il tema autoginefilia

Messaggio da Frida »

Celeste ha scritto:... perché la Lawrence (forse anche Blanchard?) mette tutta (o quasi) la categoria dei disforici non omosessuali nei parafiliaci (e lo fa attraverso il concetto di autogine-filia), perché fanno questa estremizzazione?
Seguendo il caso di Caitlyn Jenner si può osservare la storia di un uomo che ha condotto una vita maschile di grande successo con ben tre matrimoni e dei figli, fino a quando un'anno dopo il suo ultimo divorzio e all'età di 65 anni ha deciso di transizionare rendendo pubblica la sua disforia di genere così dichiarando «Sono finalmente pronta a godermi le giornate, dopo aver trascorso tanti anni aspettando solo che finissero».
Come si potrebbe definire da un punto di vista clinico la figura di Cait? Non penso che sia solo un'estremizzazione indotta da una teoria. La disforia di genere che "arriva" dopo più di mezza vita passata da uomo offre molti spunti di riflessione. In ambito scientifico trova una classificazione senza pregiudizi morali. La perversione non è un termine scientifico. Tuttavia il termine viene associato alle parafilie. Quindi al momento non c'è altro modo di descrivere il caso di Cait se non come disforia di genere autoginefila.
Il fatto di transizionare da adulti e solo dopo aver vissuto come uomini non omosessuali è un dato che fa riflettere. Le parole di Cait sono indicative di chi "finalmente" può godere di se stessa ponendo fine a una "bugia continua". Mi sembra che porsi all'estremo di una categoria sia in primo luogo una decisione maturata dopo anni e che non si possa fare altro che prenderne atto senza esprimere alcun giudizio morale. Questa divisione può essere vista come una estremizzazione anche se dall'articolo non emerge alcun giudizio morale se non la prospettiva di chi ha contribuito con la propria esperienza al pensiero divisivo di Blanchard & co.

C'è da dire che in USA le spese per la SRS vengono coperte dall'assicurazione medica privata e solo in presenza di un disturbo conclamato e iscritto nel DSM. Pertanto c'è bisogno di una diagnosi prima di procedere. Dall'altra parte però tutto il dibattito sposta l'attenzione sulla stigmatizzazione sociale causata dal DSM. Il fatto che la transessualità debba essere vista come l'omosessualità, cioè normale, e che l'assistenza alla srs debba paragonarsi a quella che hanno le donne partorienti in ospedale resta una via in salita per trovare una soluzione alla questione; a me personalmente sfugge il nesso logico. La scienza si occupa di definire il confine tra sano e patologico per motivi dettati anche da interessi economici. Pertanto è mia personalissima opinione che la differenziazione autoginefila della disforia di genere specie in soggetti avanti con gli anni possa avere degli effetti più sul piano economico e sociale che su quello morale.

Le tue osservazioni sono condivisubili e specie per i non esperti certe letture possono generare confusione; mia sorella ad esempio si sta convincendo che io sia disforica. Oggi incontrare una trans mascolina fa pensare più facilmente alla disforia che alla perversione. In ogni caso non si può pretendere che tutti diventino dei gendertrender.

Celeste

Re: Articolo e spunti interessanti su il tema autoginefilia

Messaggio da Celeste »

Ci sono persone che vivono in una certa maniera per tantissimi anni, e solo ad un certo punto si rendono conto che quello che avevano fatto fino a quel momento non corrispondeva a ciò che volevano veramente. Questo avviene in molti campi della vita (divorzi dopo una vita passata insieme, conversioni religiose e/o scoperta della propria spiritualità, cambio di vita lavorativa o stile di vita, ecc...).

Sono d'accordo sul fatto che ci sono delle questioni economiche in ballo e sul fatto che il termine "perversione" non sia scientifico.

Ciò che mi preoccupa è il senso di queste parole dell'articolo:

......"L'ipotesi non dichiarata qui è che la sessualità "normale", non-parafiliaci comporta necessariamente eccitazione primariamente verso altre persone. Perciò l'eccitazione che è primariamente diretta verso un aspetto fantasticato o reale di se stessi, o del proprio comportamento, nel quale altre persone siano presenti ma sono essenzialmente superflue, è in principio equivalente all'eccitazione che comporta un "oggetto non-umano."......

Il pensare che, per il disforico non omosessuale, il partner sessuale sia essenzialmente superfluo mi sembra una cosa estrema.

Faccio un esempio su me stessa. Io attualmente mi sto ancora esplorando, conoscendo. Ad un certo punto può anche essere che io mi senta più donna che uomo (per il momento mi sento sia donna che uomo o perlomeno trovo che il mio corpo maschile mi sia utile anche se mi sento anche donna... ma anche all'interno di un rapporto di tipo lesbico mi piacerebbe ogni tanto fare l'uomo, quindi visto che sono già dotata non voglio privarmi di questa possibilità; inoltre sento di avere una certa aggressività che è meglio rappresentata da un corpo maschile). Ma anche se ad un certo punto io mi definissi esclusivamente come "donna" sarebbe un errore pensare che la mia eccitazione sia rivolta principalmente ad un aspetto fantasticato di me stessa, infatti un conto è il proprio modo di essere un altro conto è l'eccitazione all'interno di un rapporto. Una persona inoltre può benissimo eccitarsi per una certa situazione, ma ciò non significa che non abbia la possibilità di un vero rapporto con l'altra persona.

Il termine parafilia è abbinato al fatto di avere attrazione principalmente per qualcosa di "non umano". Ma questo riguarda pratiche molto estreme, perfino all'interno del BDSM (di cui ho conosciuto persone con esperienza) solo una ristretta minoranza di persone potrebbe essere indicata come parafiliaca, perché per la maggioranza usano il BDSM per avere un maggiore contatto con l'altra persona, vista come umana.

Quindi mi farebbe molto strano se i disforici non omosessuali fossero in gran parte parafiliaci, forse mi sbaglierò ma io ho il sospetto che possano anche avere dei bei rapporti di coppia con donne. Non credo che per un disforico solo il fatto di avere attrazione omosessuale, sia segno della capacità di avere un rapporto sessuale reale con l'altra persona.

Frida

Re: Articolo e spunti interessanti su il tema autoginefilia

Messaggio da Frida »

.. in questa calda estate..

La distinzione tra sessualità e sessualizzazione può aiutarmi a comprendere meglio le tue preoccupazioni.

La capacità di avere un desiderio amoroso per un partner è diversa dalle varie forme di parafilia. Bisogna pensare a una sorta di stato mentale autoindotto che permette l'esperienza del piacere sessuale, cioè un tipo particolare di eccitamento sessuale ottenuto con la fantasia ben diversa dalla normale esperienza erotica. Varie esperienze ci mostrano che in ogni individuo possono esserci una sessualità relazionale e contemporaneamente una sessualizzazione del piacere. Ovviamente anche le persone disforiche possono avere una sessualità relazionale normale e appagante. Questo non esclude che alcune persone disforiche abbiano avuto anche una condotta sessuale il cui fine è stato quello di ottenere l'orgasmo mediante l'immaginazione senza l'incontro di alcun essere umano o che il partner sia stato stato usato come un feticcio. Riprendendo alcuni passaggi della vita di Cait, ad esempio, mi colpisce il fatto che lei provasse di nascosto delle perrucche, come spesso accade anche per chi si traveste. Sembrerebbe che lei cercasse in primo luogo un oggetto per stimolare la sua fantasia. Come in tutte le parafilie viene a mancare il rapporto con l'altro come persona. Questo non significa che si perda la capacità di amare gli altri. Comprendo le tue preoccupazioni e le rispetto, anzi sono certa che se ti dovessi scoprire disforica avrai un bel rapporto con la tua partner.

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Re: Articolo e spunti interessanti su il tema autoginefilia

Messaggio da Loretta »

Grazie Chicca, molto interessante anche se personalmente non credo che si possano racchiudere le persone in un paio di categorie... si rischia di banalizzare l'esperienza e il vissuto unico di ognuna...
In ogni caso ho imparato qualcosa di nuovo stasera, sicuramente un elemento in più di riflessione :)
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Re: Articolo e spunti interessanti su il tema autoginefilia

Messaggio da Simona Alby »

Articolo molto interessannte. Grazie

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Re: Articolo e spunti interessanti su il tema autoginefilia

Messaggio da sylvix »

come in tutti i neologismi ad alto-spettro-semantico, nell'etimo del termine stesso inizia e finisce l'applicabilità pratica.
in questi casi, le pagine di scritti, anche concettualmente pertinenti, creano soltanto strati di opzioni fuorvianti, inutili nella migliore delle ipotesi.
jeg taler ikke dansk!

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