Qui sfondi una porta aperta, gli "educatori" si occupano in primo piano dello sviluppo cognitivo dei ragazzi lasciando lo "sviluppo emotivo" in secondo piano. In pratica in un contesto educativo/parentale presente ma talvolta incapace di dare risposte ai sentimenti, i ragazzi tendono ad "arrangiarsi". In un "contesto educativo" lacunoso sul piano emotivo cresce la perdita del sentimento del sè che a mio avviso si trova all'origine del tema identitario. Cioè mancando un contenimento del proprio io, senza il supporto parentale necessario a contenere le proprie emozioni si sviluppa un sentimento di "non vivere", di sentirsi una macchina, senza un nome, senza un sesso, senza un genere, senza una identità: "pur esistendo non si può sentire il proprio esistere". E' facile quindi imitare, prendere in prestito, autocostruire la propria identità specie mentre si posano le fondamenta dello sviluppo individuale.Giorgia Fishel ha scritto:Più che alla conoscienza di nozioni più o meno valide socialmente..nel caso della sfera personale mi riferisco forse più all'esercizio emotivo di confrontarsi su un tema sentito intimamente senza che esso sia ritenuto un tabù.. anche senza riferirmi direttamente a me stessa..esporre il mio sentire in merito a quel tema..questo credo sarebbe utile ai figli e ancor più a genitori o "educatori" variFrida ha scritto:Certamente la conoscenza del tema avrebbe aiutato, ma ciò che avrebbe aiutato maggiormente resta l'accoglienza dei nostri bisogni emotivi. Aver saputo non significa aver saputo amare.Giorgia Fishel ha scritto: Penso che se ad esempio fin da piccola avessi avuto più occasioni di affrantare il tema della mia identita di genere con famigliari o insegnanti avrei potuto spendere molta parte delle mie energie in altri progetti essendo più serena su quel versante...voi no?
Percepisco la tua urgenza di dare utilità ai sentimenti, al proprio vissuto, che a mio avviso è un altro tema importante.
Mi sfugge perchè considerare una serie tv commerciale come un trampolino per l'educazione. A Milano ci sono i consultori, i genitori si possono organizzare nelle scuole, invece di pensare solo a raccogliere i soldi per la carta igenica. Tu sei una persona preparata e potresti cercare quel confronto di cui parli. Certe associazioni masticano il tema senza un focus. I genitori non sono dei supereroi ma si devono rimboccare le maniche specie per non farsi sostituire da sky, netflix, google.. etc. o dal culto trans che fa propaganda nelle scuole con temi d'inclusività al limite.