Accettazione nel mondo del lavoro

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Maurina
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Re: Accettazione nel mondo del lavoro

Messaggio da Maurina »

Alyssa ha scritto: A volte non bastano solo le "politiche aziendali", la maggior parte delle persone, non ha idea di come rapportarsi con una persona T, manca una corretta informazione, e se "fuori" può semplicemente evitare il "problema", ignorarlo, sul posto di lavoro è costretta a farci i conti, senza però avere riferimenti.
Di seguito il link ad un racconto come esempio di cosa intendo.

https://wp.me/p9UFPP-3C" onclick="window.open(this.href);return false;
Condivido il tuo pensiero e trovo interessante questo articolo, ti ringrazio per la segnalazione. Purtroppo è quel che succede alle t che si avviano al mondo del lavoro a transizione in corso e non ancora completato (con i documenti al femminile probabilmente avrebbe avuto meno difficoltà di spogliatoio e socializzazione specialmente se il suo passing è molto alto come ha precisato nel racconto).
Poi, se non ho capito male, non è che è capitata in uno dei settori lavorativi più in... . Nel senso che è ancora un mestiere prevalentemente maschile con tutti i pro e i contro.
Personalmmente le difficoltà incontrate sono state diverse, avendo cominciato il percorso in un contesto lavorativo già ben consolidato.
Ora magari racconto qualcosa....
Roby ha scritto: Il dottor Rossi tutto ad un tratto si presenta con foularini e braccialetti? Ma che succede, pensa il principale, è diventato gay all'improvviso ?
Esatto, solitamente è quello che si pensa quando si notano dei cambiamenti tendenti al femminile. Cd o t non fa alcuna differenza, c'è ancora la tendenza a racchiudere tutto sotto l'ombrello dell'omosessualità.
E' quel che è successo anche a me, Una volta che i miei cambiamenti hanno iniziato a notarsi vuoi per un abbigliamento più unisex, vuoi per la maggior cura della persona (unghie e sopracciglia), vuoi per l'allungamento dei capelli o per il progressivo scomparire dell'alone della barba, la voce che è circolata nell'ambiente di lavoro è stata "Mauro è diventato gay!. In un secondo momento, infatti, ho scoperto che soltanto un paio di colleghi avevano pensato ad un cambiamento di tipo identitario.
Quindi, appena ho avuto sentore di questa voce, anche se la cura ormonale era cominciata da pochissimo, ho preferito uscire allo scoperto per fare chiarezza e non alimentare chiacchiere inutili.
Di qui il coming out con i colleghi più stretti, poi con i miei datori di lavoro (essendo in una amministrazione pubblica, il Sindaco e il Segretario Comunale che è il dirigente di tutto l'apparato)
Seppur spiazzati e leggermente imbarazzati anche a causa di una scarsa conoscenza della transizione,
da parte loro ho registrato massima apertura e disponibilità anche nell'eventualità di una possibile richiesta di un periodo di aspettativa qualora fosse necessaria per completare il mio cambiamento.
Da quel momento in poi la mia situazione è divenuta di dominio pubblico. Neanche tanto lentamente ha raggiunto tutti i settori, dalla ragioneria ai lavori pubblici. Il gossip era di quelli grossi!

: Chessygrin :

All'inizio un pò di imbarazzo c'è stato, diciamo pure piuttosto palpabile. Sia da parte mia che dei colleghi e in modo particolare quelli con cui non lavoro gomito a gomito. La difficoltà era quella legata al relazionarsi. Ho già raccontato in questo forum come siano nate anche situazioni al limite del comico, con una collega che mi dava del femminile e un'altra il maschile nel contesto di un discorso a tre.

: Lol :

Anch'io a volte non sapevo bene come presentarmi, quando ad esempio dovevo chiamare una collega al telefono che magari non sapeva nulla del mio percorso. Insomma, un momento di confusione c'è stato.
Non vi dico poi tutti i miei dubbi sul come, quando e quanto esternare la mia femminilità. Quante volte mi son vestita, svestita e rivestita perchè pensavo che quel maglione, quel jeans o semplicemente quel dettaglio fossero ancora inadeguati!
Ma il tempo ha sistemato le cose. La cura ormonale oltre a modificare un pò alcuni miei caratteri, è servita a darmi maggiori certezze e sicurezze e nel contempo i colleghi hanno avuto tempo di metabolizzare la questione vedendo con i loro occhi che fondamentalmente cambiava la forma ma non la sostanza.
Naturalmente tutto questo è successo nel giro di un anno e mezzo, in cui sono stata anche fortunata nell'indovinare i tempi e i modi giusti per dar forma a questo mio cambiamento in cui però non ho mai spinto sull'accelleratore, procedendo in maniera costante ma sotto certi aspetti anche piuttosto lentina attraversando quel periodo piuttosto destabilizzante ma assolutamente necessario nel quale non sei ne carne ne pesce.
Ma alla fine i frutti sono maturati.
Ora che mi presento a lavoro dichiaratamente al femminile, non registro più nessun imbarazzo. Oramai per tutti, o quasi, sono Maura, sanno quello che sto facendo, l'hanno capito o quanto meno accettato e toccano le corde giuste nel relazionarsi anche se ogni tanto è logico che ci scappa un Mauro o un maschile.
Devo comunque dire che un gran lavoro iniziale è stato fatto dai colleghi con cui lavoro a stretto gomito. Il loro aiuto è stato fondamentale nella socializzazione del mio cambiamento, impegnandosi e cominciando a chiamarmi Maura anche in mia assenza.
Ho saputo anche che un dirigente di settore, nell'ambito di una riunione di lavoro con i suoi dipendenti, li avrebbe informati del mio percorso invitandoli ad impegnarsi nel relazionarsi correttamente con la sottoscritta.
Ovviamente ognuno ha avuto i suoi tempi. C'è chi si è adeguato subito e chi invece ha avuto bisogno di più tempo e ancora oggi va un po' in difficoltà, ma tirando le somme non posso assolutamente lamentarmi.
Per il resto, lavorativamente parlando, non è successo praticamente nulla. Quel che facevo due anni fa continuo a farlo tutt'oggi. Peraltro in alcuni giorni della settimana sono anche al pubblico e non è stata sollevata nessuna obiezione o perplessità ne da parte dei colleghi, ne degli utenti.
Mai, riallacciandomi all'articolo postato da Alissa, nessuna battutina se non bonaria dai collaboratori più stretti, tra cui anche qualche maschio. Al limite si lamentano di quanto sono diventata pignola, meticolosa e di conseguenza rompiscatole. Mai un riferimento a qualcos'altro. Al massimo l'invito a non indossare i jeans attillati perchè distraggo dal lavoro

: Wink :

ma ripeto, siamo sul campo delle battute bonarie che non ritengo assolutamente offensive. Anche con le colleghe tutto ok, anzi, si è istaurata quella specie di complicità che ovviamente prima non c'era. Ma ripeto, tutto questo è avvenuto in un periodo medio - lungo, in cui l'imbarazzo iniziale ha lasciato pian pianino posto alla normalità.
Ora il percorso non si è ancora concluso in quanto agli atti risulto ancora come Mauro, quindi, tanto per fare un esempio, il mio indirizzo di posta elettronica non può essere cambiato finchè non arriva la sentenza del giudice. Ma non è un problema, credo che il grosso è stato fatto.
Questa è la mia esperienza in ambito lavorativo che mi auguro possa essere utile alle utenti del forum qualora prendano in considerazione la possibilità di esternare in qualche modo la loro femminilità indipendentemente dal tipo di percorso che si intende avviare.
Un bacio a tutte,
Maura

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Re: Accettazione nel mondo del lavoro

Messaggio da ROSSYCROSS »

[/quote]
Seppur spiazzati e leggermente imbarazzati anche a causa di una scarsa conoscenza della transizione,
da parte loro ho registrato massima apertura e disponibilità [/quote]

Hai dato loro modo di vivere da vicino l'argomento e comprendere meglio, senza del quale avrebbero continuato a confondere T, CD, omosessualità....

Complimenti Maura. : Thumbup :
Un bell'esempio di coraggio e determinazione. : Thumbup :
Ora goditi e vivi quello che hai saputo conquistare....

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Re: Accettazione nel mondo del lavoro

Messaggio da LindaB »

La storia che in molte vorremmo vivere, Maura.
"e nel contempo i colleghi hanno avuto tempo di metabolizzare la questione vedendo con i loro occhi che fondamentalmente cambiava la forma ma non la sostanza."
È quel che vado dicendo da anni , come persone non cambiamo : Wink :

Linda

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Re: Accettazione nel mondo del lavoro

Messaggio da Alyssa »

Prima di tutto, un enorme grazie a Maura per aver voluto condividere la sua esperienza personale.

Sono sempre stata dell'idea che i racconti di vita reale, valgono molto più di mille "se fosse così" o "dovrebbe essere cosá".
(sia chiaro: non mi sto riferendo a nessuno in particolare)

Tornando a noi, dicevo, che mi trovo pienamente d'accordo con il modo, vuoi per indole, vuoi per scelta, impiegato da Maura per affrontare questa cosa.
È, usando un'espressione non del tutto mia, una specie di "rivoluzione gentile", fatta di empatia, comprensione e dialogo nei confronti di chi si trova davanti una realtà nuova.

Anche la protagonista del racconto che ho condiviso io, al di là dello sfogo condivisibile che si legge sul suo blog, in fondo non si è comportata in modo molto diverso.
Forse, è mancato il dialogo (stando a ciò che ha scritto), e su questo non si può neanche biasimarla perché, purtroppo, quando si parte col piede sbagliato diventa difficile recuperare.

Restano alcune questioni in sospeso, in cui preferisco non addentrarmi, mi servirebbe la saggezza del re Salomone...

Buona rivoluzione gentile!
: Love :

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Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per questo mondo, che l’unica cosa che mi rasserena è la consapevolezza di essere stata autentica, di essere la persona più somigliante a me stessa che avrei potuto immaginare.
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Re: Accettazione nel mondo del lavoro

Messaggio da Maurina »

[quote="ROSSYCROSS"
Hai dato loro modo di vivere da vicino l'argomento e comprendere meglio, senza del quale avrebbero continuato a confondere T, CD, omosessualità....
[/quote]

Grazie mille Rossella.
Ricordo ancora per filo e per segno quell'incontro.
Ero tesa come una corda di violino, anche perché in un certo senso ero stata costretta ad anticipare il coming out per stemperare le chiacchiere che avevano cominciato a girare sul mio conto.
La loro scarsissima conoscenza della questione non mi ha certo aiutata, in un momento delicato in cui avevo forse più dubbi che certezze.
Pensa che uno dei due ad un certo punto mi chiese se nell'ambito del cambiamento, avrei anche cominciato a vestirmi in maniera eccentrica.
Ancora mi domando se voleva essere una battuta o meno.
Ma risposi, forse anche troppo d'impulso considerato che si trattava di un mio superiore. "Dottore, sono una transessuale non un pagliaccio. Vestirò ne più e ne meno come le donne che lavorano in questa amministrazione"

[quote="Alyssa"
È, usando un'espressione non del tutto mia, una specie di "rivoluzione gentile", fatta di empatia, comprensione e dialogo nei confronti di chi si trova davanti una realtà nuova.

Mi piace questo termine Alyssa, ti ringrazio per averlo ripescato.
E' decisamente molto rappresentativo.
Comunque ho voluto raccontare la mia esperienza anche per evidenziare il fatto che tutto è possibile, ma c'è bisogno di tanto tempo affinchè un cambiamento così radicale venga in qualche modo accettato in un ambiente di lavoro.
Sia per una persona t che per una cd, non credo ci sia una grande differenza in termini pratici.
Pensare di rivoluzionare il tutto in qualche settimana è quanto di più sbagliato. Servono mesi, anche anni affinchè il tutto diventi una normalità.
Per la serie un albero non si butta giu' con una sola accettata... e quando cade bisogna stare anche attenti che non ti finisca addosso...

Non nego di aver attraversato periodi molto frustranti soprattutto all'inizio, nel quale il mio cambiamento cominciava ad essere evidente ma difficilmente veniva recepito o addirittura ignorato.
In questa fase è stato fondamentale anche il sostegno della mia famiglia che ha predicato sempre calma, pazienza, sobrietà e cautela in ogni piccolo passo avanti per dare il tempo... al tempo.
LindaB ha scritto: "e nel contempo i colleghi hanno avuto tempo di metabolizzare la questione vedendo con i loro occhi che fondamentalmente cambiava la forma ma non la sostanza."
È quel che vado dicendo da anni , come persone non cambiamo : Wink :
Linda
Riconfermo, anche se ad essere sincere cambia anche un po' la sostanza, più che altro perché in questi percorsi ci si scrolla di dosso un malessere con cui si è convissuto per tanti anni finchè non diventa più gestibile e bisogna correre ai ripari.
Solitamente sono sfumature positive.
Più di una collega ha detto che finalmente ora vede una persona sorridente, non più un barbone (nel senso di barba lunga e incolta) scontroso e poco aperto al dialogo come ero nell'ultimo periodo...

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