QUEL BIMBO IMPACCIATO

Moderatori: AnimaSalva, Valentina, CristinaV, vernica71, Melissa_chan, Alyssa, Roby, Irene

Avatar utente
dream62
Utente incontrata
Utente incontrata
Messaggi: 3449
jedwabna poszewka na poduszkę 40x40
Iscritto il: mercoledì 22 ottobre 2014, 20:19
Località: Emilia
Età: 62
Contatta:

Accesso area fotografica

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da dream62 »

Bravissimo Claudio
Hai descritto in maniera perfetta certi concetti che legano molte di noi alla femminilità.
E, leggendo, ho ripercorso anche la mia infanzia e giovinezza: con le stesse angosce, <invidie>, ammirazioni e sensi di inferiorità.
Io credo che le caratteristiche che descrivi come femminili, delle quali come detto non tutte le donne sono posseditrici, nascessero (a quei tempi e a quell'età), anche associando il tipo di vestiario ed accessori e le (poche) pubblicità che si vedevano.
Mi piace molto anche l'analisi psicologica del <non sentirsi donna> e del voler <usufruire come le donne>.
Very good : Thumbup :
Stefy

Celeste

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da Celeste »

Discussione molto ricca di spunti.

La mia dipendenza è davvero poca comunque dirò le mie idee, in fin dei conti ciascuno dice la sua.

Se mi accorgo di idealizzare la donna cerco di ricordarmi anche delle donne non belle, non raffinate, non oneste, non buone, ecc... certo ci vuole una certa volontà perchè se invece lo scopo è godere con un oggetto idealizzato o godere idealizzando un gruppo (adorandolo come superiore o mettendosi dentro a quel gruppo) allora non c'è vero interesse a venirne fuori.

Poi ogni tanto spunta il "maschilismo" nello spiegare o descrivere il crossdressing, e per me non solo non c'entra nulla (perchè non si sta facendo un torto ad una donna vera), ma non fa altro che contribuire a quel senso di inferiorità carico di senso di colpa. Senso di colpa (che in profondità viene automantenuto) da cui illusoriamente si cerca di fuggire attraverso l'idealizzazione. Se una donna indipendente vuole godere da sola di certo non si sentirà in colpa nell'autoerotismo, sono stati fatti proprio degli studi su questo e si è visto che l'uomo mediamente si sente molto più in colpa della donna (indipendente) nel darsi piacere, probabilmente si sentirà uno sfigato maschilista, contento lui.

Avatar utente
Monica Poli
Queen
Queen
Messaggi: 5388
Iscritto il: lunedì 23 febbraio 2015, 10:18
Località: NOVARA
Contatta:

Accesso area fotografica

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da Monica Poli »

Nel mio racconto ho parlato alcune volte di "seduzione", perché credo sia il fulcro principale attorno al quale si sviluppa tutto il processo che mi ha portato e mi porta al piacere di apparire come una donna.

Quello della seduzione è un potere. Un potere che viene esercitato dalle donne con armi diversissime ma tutte efficaci: pose, ammiccamenti, gestualità, sensualità, abbigliamento, fragranze, accessori, trucchi, smalti, colori, brillantini e ogni altro possibile strumento che la mente umana possa concepire.
Essendo un potere, e non avendolo io, da ragazzino ero costretto a riconoscere la superiorità di chi lo possedeva, soprattutto quando la coetanea, la ragazza o la studentessa erano per me irraggiungibili.
Mi sentivo ipnotizzato dalla loro bellezza, annichilito e impotente. E rimanevo sempre regolarmente senza nulla in mano se non il solito strumento consolatorio.

Da bimbetto, questa sperimentazione su di me di tutte le cose femminili che trovavo in giro per la casa, avveniva perché ne avevo in qualche modo osservato l’efficacia su mia mamma, che vestendosi in un certo modo, truccandosi, agghindandosi, diventava più bella e attraente. Quindi, pur bambino, percepivo già allora il significato di “seduzione”, e ne vedevo gli effetti.
Era altresì del tutto chiaro che la seduzione fosse una cosa riservata solo alle donne, e quindi usare quelle cose significava compiere un atto fortemente trasgressivo, perciò intriso di una potente carica erotica, come avrei scoperto più avanti.
La trasformazione in figura femminile (ancorché approssimativa, incompleta, improbabile) mi consentiva quindi di dotarmi di quelle armi di seduzione proprie delle donne e di provarne su me stesso l'efficacia.
Bastava guardarmi allo specchio e voilà la seduzione scattava, con tutti gli annessi e connessi, perché osservando da maschio la figura femminile riflessa, come uomo la giudicavo, trovandola ai miei occhi attraente, carina, sensuale.
Il successo, unitamente all'illusione di essermi appropriato di quel potere, aprì la strada a costanti e continui miglioramenti, che mai avrei pensato sarebbero durati per tutta una vita.
Io sono tra coloro che non si sono limitati alle mura domestiche. Dopo molti esperimenti casalinghi, volevo capire se la seduzione, che con me stesso funzionava, potesse funzionare anche con altri. Insomma, volevo capire se fossi in grado di essere percepito come una donna e se fossi in grado di sedurre qualcun altro oltreché me stesso. Una cosa molto innocente, perché non ho mai pensato a derive erotiche o sessuali. Mi bastava scrutare gli atteggiamenti delle persone nei miei confronti, capire se risultassi anche minimamente attraente, ed eventualmente godere di quelle gentilezze o anche di quegli sguardi interessati che uomini galanti riservano alle donne e solo alle donne.
Mi piaceva sentirmi dalla parte opposta, essere quella donna che da uomo ritenevo irraggiungibile.
Guardare dall’alto in basso quegli omini che mi osservavano gocciolando dalla bocca, e riconoscermi nello stesso tempo in loro.
La femminilizzazione è la mia vacanza dall'essere uomo.

Avatar utente
Dafne73
Gurl
Gurl
Messaggi: 175
Iscritto il: lunedì 26 novembre 2018, 12:38
Località: Sardegna
Età: 50
Contatta:

Accesso area fotografica

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da Dafne73 »

Grazie Monica per aver prodotto questa analisi profonda alla quale mi ci ritrovo in pieno. Ma soprattutto sai scrivere in modo chiaro e preciso. Tutto il contrario dei miei interventi....
Parliamo sempre di un esperienza molto giovane, che ha origine da quando avevamo 4-5 anni dove la nostra maturità non è ancora in programma, nel senso che a quell'età vivevamo ancora di istinti primordiali spesso illogici ma innocenti. Però ci accorgevamo già delle differenze tra maschio e femmina: forza e competizione da una parte -- gentilezza e grazia dall'altra. Ma poi ste femminucce ci piacevano e basta.
Nel mio caso, ricordo la rabbia, il fastidio nel senso di ingiustizia per non poter indossare quei vesti, accessori, trucchi, profumi, etc, che conferivano alle donne, eleganza e quella specie di attrazione magnetica. Siccome il mio fisico era quello di un bambino per cui non formato era facile vedere su di me la stessa sensazione che trasmettevano le "femminucce"
Poi anche il fatto di sentire sulla pelle la sensazione di morbidezza che solo quegli abiti potevano dare, ben presto mi accorsi che i panni dei maschietti erano "normali" privi di effetti.

Avatar utente
Serena Crossdresser
Princess
Princess
Messaggi: 1461
Iscritto il: martedì 19 febbraio 2019, 15:44
Località: Ivrea
Età: 58
Contatta:

Accesso area fotografica

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da Serena Crossdresser »

Monica Poli ha scritto: lunedì 4 gennaio 2021, 21:17 Mi sto imbarcando in un’impresa alquanto difficile, che è quella di tradurre in parole alcuni miei pensieri e sentimenti che già nella mia mente appaiono labili e sfumati.
Spero quindi mi verranno perdonate le contorsioni sintattiche cui sarà costretto, con l’auspicio che invece di chiarire non aumentino ancor più la confusione.

L’argomento riguarda la mia personale visione delle donne e del mondo femminile che mi porto appresso sin dall’infanzia.
Il motivo per cui torno su questa tematica nasce dalla convinzione che la mia attrazione verso l’abbigliamento femminile, verso i cosmetici, gli accessori e tutto ciò che riguarda la femminilità, non sia che la parte esteriore di qualcosa di più complesso che l’ha originata.
Un po’ come i funghi, che sono solo i frutti di una invisibile ed estesa ramificazione sotterranea senza la quale i funghi stessi non esisterebbero.
Allora, per scoprire la natura di questo personale micelio, ho provato a scavare nei miei sentimenti e nelle mie percezioni, cercando di scoprire cosa si celi al di là della banale attrazione verso tutto ciò che è femminile.

Se torno indietro nel tempo, vedo un bimbo insicuro e un po' impacciato che cerca disperatamente di trovare una propria strada in un contesto sociale tutt’altro che favorevole. Parliamo dei primi anni Sessanta in un ambiente paesano, contadino e operaio, in cui l’arretratezza e la povertà erano la causa primaria di una diffusa ignoranza che per me era semplice normalità, non disponendo di elementi di confronto.
Quel che percepivo però con chiarezza era la netta distinzione tra uomini e donne. I comportamenti maschili erano perlopiù triviali, basici, maleducati, irrispettosi e in molti casi violenti. Nelle donne vedevo invece dolcezza, grazia, gentilezza e raffinatezza, qualità di gran lunga preferibili ai miei occhi.
Beninteso, queste erano le qualità che stavano nel mio immaginario di donna ma che solo occasionalmente combaciavano con la realtà. Le megere, squallide e triviali, erano purtroppo ovunque, e a loro devo ferite psicologiche e traumi che non si sono mai del tutto cancellati dalla mia mente.
Ma, appunto, per me “la donna” non era quella roba lì. Io la donna la idealizzavo e ne avevo in mente un’immagine ben precisa, al punto che la cercavo in qualunque luogo mi recassi, che fosse un incontro, un evento, una riunione, un gruppo… Cercavo sempre la ragazza o la donna per me più attraente, affascinante, femminile. Colei che potesse sovrapporsi il più possibile al mio ideale. Quasi sempre c’era.

Quel preciso contesto sociale, basato sul maschilismo più becero, imponeva ai bambini di dimostrare di essere uomini, il che significava tra l’altro non piangere mai.
Percepisco ancora adesso l’infinito dolore che provavo nel soffocare il mio pianto con sforzi sovrumani dopo aver subito offese psicologiche e anche violenze corporali, ultime quelle della mia maestra delle elementari. Ma era il prezzo salatissimo da dover pagare per dimostrare di essere uomini veri, e questo io lo vivevo soldatescamente come un dovere e anche un orgoglio.
Tuttavia, pur nell’assoluta consapevolezza di essere un maschio, l’immagine maschile che mi veniva rimandata da ciò che mi stava attorno non corrispondeva ai miei sentimenti. Come dicevo, io mi sentivo attratto dalla bellezza, dalla grazia, dalla delicatezza, dalla gentilezza, dalla raffinatezza, qualità che casualmente erano riscontrabili nelle donne (almeno, ripeto, nel mio immaginario) piuttosto che negli uomini.
Inoltre, le femmine (inteso come bimbe, e poi ragazzine, e poi ragazze, e poi giovani donne, e poi donne) avevano in dotazione cose che io, da maschietto, neppure mi sognavo: potevano essere liberamente frivole, potevano sfogare i propri sentimenti senza vergognarsene e avevano accesso alla seduzione.
Una meraviglia.
Tutto ciò poneva ai miei occhi la donna ad un livello superiore al mio, in quanto depositaria di tutte quelle facoltà interdette al misero mondo maschile del quale facevo e faccio parte.
C’era quindi una parte di me che spontaneamente agiva e si comportava come tutti i maschietti miei coetanei dell’epoca, e un’altra parte che, attratta da queste meravigliose virtù, cercava di avvicinarsi al mondo femminile in cui meglio si manifestavano, sia per goderne i benefici psicologici, sia perché l’euforia e l’eccitazione di fare una cosa “proibita” rendeva il tutto ancor più irresistibile.
Questa mia parte non era affatto un mio “lato femminile”, ma molto più semplicemente la mia parte maschile più idealista, sognatrice e sensibile nella quale come uomo mi trovavo decisamente più a mio agio, senza alcuna necessità di attribuire a queste qualità né un genere né un sesso.

Non avevo dunque il desiderio di essere una donna, ma avvertivo comunque la necessità di accedere alla femminilità che mi era così estranea, per provare in incognito quelle esperienze, per sperimentare in prima persona cosa si prova. E per farlo dovevo separare la mia immagine ufficiale e pubblica da quella interiore, più intima e più affine al mio carattere e alle mie sensibilità. Ovviamente non è stata una strategia da me scientificamente escogitata e pianificata, ma piuttosto un processo spontaneo e naturale, com’è naturale per chiunque scivolare senza accorgersene verso ciò che appare più stimolante, attraente e bello.

Così, quando mi travesto, quando mi trucco, quando mi trasformo, faccio un po’ come quegli attori che si identificano nel personaggio che devono interpretare, e che arrivano a identificarvisi per esprimere al meglio le proprie doti recitative.
Allo stesso modo quando io entro in Monica, la trasformazione non si ferma all’esteriorità ma si insinua nel profondo, facendomi vivere quegli istanti come fossi liberato dalle invisibili catene che mi tengono ancorato al suolo, per iniziare a volare. È lo “stato di grazia”, la “libido mentale” di cui sovente si parla. Quella piacevole sensazione che è un misto di euforia, serenità, pace interiore ed eccitazione che nasce dall’illusione di essersi temporaneamente elevati a “donna” e di apparire e comportarsi come tale. L’idea di essere quasi onnipotenti in quei panni, l’idea di vedere il mondo da una prospettiva completamente diversa, di interagire con le persone in modo totalmente differente, di rapportarsi agli altri con gestualità inedite, con atteggiamenti sorprendentemente insoliti. L’idea di apprezzare le cortesie maschili e le complicità femminili. L’idea di avere il potere di sedurre.

Ecco, tutto ciò nasce (forse) da quel bimbo impacciato, insicuro, con il complesso di inferiorità nei confronti delle ragazze e delle donne, che apparivano ai suoi occhi come irraggiungibili dee.

Con la speranza di non aver annoiato.
Claudio
... parla la tua anima ...
Colei che più ti conosce e più ha sofferto.
Ho letto in silenzio e non trovo altre parole ... : Love :
Serena


"Poichè non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo numero di volte, un numero minimo di volte. Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio della vostra infanzia, un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che senza neanche riuscireste a concepire la vostra vita - forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante altre volte guarderete levarsi la luna - forse venti - eppure tutto sembra senza limite."

cit. da " Il tè nel deserto "

... L'ora miracolosa che almeno una volta tocca a ciascuno. Per questa eventualità vaga, che pareva farsi sempre più incerta col tempo, uomini fatti consumavano lassù la migliore parte della vita.

cit. da " Il deserto dei Tartari " ( Dino Buzzati )

Avatar utente
Marinatravoi
Lady
Lady
Messaggi: 941
Iscritto il: giovedì 27 agosto 2020, 0:20
Località: Milano
Età: 63
Contatta:

Utente incontrata

Accesso area fotografica

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da Marinatravoi »

Monica Poli ha scritto: martedì 5 gennaio 2021, 22:42 Nel mio racconto ho parlato alcune volte di "seduzione", perché credo sia il fulcro principale attorno al quale si sviluppa tutto il processo che mi ha portato e mi porta al piacere di apparire come una donna.

La trasformazione in figura femminile (ancorché approssimativa, incompleta, improbabile) mi consentiva quindi di dotarmi di quelle armi di seduzione proprie delle donne e di provarne su me stesso l'efficacia.
Bastava guardarmi allo specchio e voilà la seduzione scattava, con tutti gli annessi e connessi, perché osservando da maschio la figura femminile riflessa, come uomo la giudicavo, trovandola ai miei occhi attraente, carina, sensuale.
Il successo, unitamente all'illusione di essermi appropriato di quel potere, aprì la strada a costanti e continui miglioramenti, che mai avrei pensato sarebbero durati per tutta una vita.
Io sono tra coloro che non si sono limitati alle mura domestiche. Dopo molti esperimenti casalinghi, volevo capire se la seduzione, che con me stesso funzionava, potesse funzionare anche con altri. Insomma, volevo capire se fossi in grado di essere percepito come una donna e se fossi in grado di sedurre qualcun altro oltreché me stesso. Una cosa molto innocente, perché non ho mai pensato a derive erotiche o sessuali. Mi bastava scrutare gli atteggiamenti delle persone nei miei confronti, capire se risultassi anche minimamente attraente, ed eventualmente godere di quelle gentilezze o anche di quegli sguardi interessati che uomini galanti riservano alle donne e solo alle donne.
Mi piaceva sentirmi dalla parte opposta, essere quella donna che da uomo ritenevo irraggiungibile.
Guardare dall’alto in basso quegli omini che mi osservavano gocciolando dalla bocca, e riconoscermi nello stesso tempo in loro.
Carissima, é proprio così anche per me, alla fine quello che si ammira e si invidia alle donne é proprio il potere della seduzione. A differenza di molte di voi, io ho iniziato più tardi a travestirmi, ormai adolescente, non da bambino. Ero un ragazzo molto timido e neanche ci provavo con le ragazze che mi piacevano, convinto erroneamente che per me fossero irraggiungibili. Quindi, all'inizio cercavo in un certo senso di sublimare quella mancanza trasformandomi in una ragazza che diventava la mia ragazza...lei mi seduceva e io potevo averla...credo che per me il gioco della seduzione sia stato in questi termini per molto tempo, nato non in un bambino impacciato, ma in un adolescente "imbranato". In questi ultimi anni, dopo che la vita ha fatto il suo corso, con varie esperienze sentimentali e un lungo matrimonio con figli il gioco si é evoluto ed il tuo racconto me lo ha fatto focalizzare! Mi ritrovo quando parli della costante ricerca di miglioramenti per appropriarti sempre più dell' agognato potere seduttivo delle donne, infatti anch'io mi sono "completata" con nuovi accessori, la parrucca, le scarpe col tacco, vestiti eleganti, soprattutto da quando sono tornato a vivere da solo e ho avuto la libertà di farlo. Ho iniziato anche a truccarmi, pur maldestramente, per potermi guardare allo specchio e vedermi sempre più carina e attraente...tu mi hai aperto in un certo senso gli occhi, perché mi hai fatto capire che cosa é scattato di nuovo in me, rispetto ad un passato anche recente: sedurre la mia parte maschile con l' immagine di Marina riflessa nello specchio non mi basta più. Lei ormai vuole mettersi alla prova, vuole vedere se riesce ad essere seducente anche con persone estranee, se riesce ad essere ammirata da qualcuno oltre me stesso! Unica differenza rispetto a te é che Marina resterebbe indifferente ad un eventuale sguardo di ammirazione del " pubblico maschile"... Marina desidera essere ammirata dalle donne, considerata proprio dalle detentrici " ufficiali" dell' arte della seduzione quasi come una di loro, senza evocare invidia, ma piuttosto un senso di...comune appartenenza o addirittura di complicità. Naturalmente, senza la pretesa di passare per donna bio, anzi...sarebbe ancora più appagante, perché non ci sarebbe inganno. Ecco, ora capisco finalmente da cosa nasce questa forte pulsione che Marina ha di uscire dalle mura domestiche, dall' esistenza segreta che l' ha limitata finora...leggendo di te Monica, ho capito molto di me che non avevo ancora definito...devo ringraziarti anch'io!
Marina

Avatar utente
Jessica60
Gurl
Gurl
Messaggi: 435
Iscritto il: lunedì 9 novembre 2020, 9:07
Località: Prato
Età: 64
Contatta:

Utente bannato

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da Jessica60 »

Cara Marina, hai completato il quadro di Monica. Mi ritrovo tantissimo in quello che hai scritto......e condivido in pieno tutto!!!

Avatar utente
Michela
Lady
Lady
Messaggi: 503
Iscritto il: lunedì 15 ottobre 2018, 21:02
Località: Rimini
Età: 53
Contatta:

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da Michela »

Cosa potrei aggiungere a quanto espresso meravigliosamente e con estrema sensibilità da Monica ?
Credo nulla a parte ringraziarla per averci fatto partecipi di un pezzo importante della sua vita che risale all’infanzia.
Nella mia infanzia non ho avuto a che fare con modelli maschili rozzi sostituiti nel tuo caso Monica da modelli femminili più rassicuranti e appaganti eppure il mio percorso è simile al tuo e di tante altre.
Quel che sta affiorando se mai nel mio caso con il passare del tempo è la comparsa di una certa disforia e del venir progressivamente meno rispetto al passato delle spinte pulsionali a sfondo sessuale come molla alla esperienza del travestirsi .
Nell’impossibilità di vivermi appieno nella dimensione femminile negli ambiti lavorativi e familiari ( da poco ho informato di ciò anche mia sorella con risultati deludenti .....ma solo lei e mia compagna sanno) cerco di accontentarmi di realizzare quella mia parte irrisolta scollata ma altrettanto aggrappata alla mia personalità soprattutto nelle mie uscite e appena posso in casa .
Resta l’amarezza del tempo perso per essermi nascosta troppo tempo anche se ancora oggi sono costretta a farlo in certi ambiti e con la consapevolezza che rispetto al passato è molto più complicato accendere o spegnere quell’interruttore per passare dall’essere quella donna che tanto desidero ed alberga dentro di me a quell’uomo che i più conoscono.
Un abbraccio
Michela

Avatar utente
Monica Poli
Queen
Queen
Messaggi: 5388
Iscritto il: lunedì 23 febbraio 2015, 10:18
Località: NOVARA
Contatta:

Accesso area fotografica

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da Monica Poli »

Marinatravoi ha scritto: giovedì 7 gennaio 2021, 8:55 Unica differenza rispetto a te é che Marina resterebbe indifferente ad un eventuale sguardo di ammirazione del " pubblico maschile"... Marina desidera essere ammirata dalle donne, considerata proprio dalle detentrici " ufficiali" dell' arte della seduzione quasi come una di loro, senza evocare invidia, ma piuttosto un senso di...comune appartenenza o addirittura di complicità
Cara Marina,
Per definizione, l'obbiettivo della seduzione femminile è l'uomo.
Questo non significa che un uomo en femme debba necessariamente essere attratto dagli uomini (io non lo sono mai stato) e magari farci sesso. Più semplicemente, nel caso riesca a "passare" come donna, in quelle vesti e se vuole, chi si traveste può anche constatare se la seduzione, oltre a funzionare con sé stesso, funziona anche con terze persone, che non possono che essere uomini.
Questo può significare anche solo stare in un bar a bere un caffè e che un uomo si alzi per fare i complimenti, come mi è capitato diverse volte, e questo è già di per sé divertente...
Michela ha scritto: giovedì 7 gennaio 2021, 18:05 Quel che sta affiorando se mai nel mio caso con il passare del tempo è la comparsa di una certa disforia e del venir progressivamente meno rispetto al passato delle spinte pulsionali a sfondo sessuale come molla alla esperienza del travestimento.
Cara Michela,
Quelle che tu chiami "spinte pulsionali a sfondo sessuale" sono la manifestazione più evidente e tipica di un certo arco temporale (piuttosto lungo) della nostra vita. Questo non significa che le sensazioni di piacere, l'euforia, l'ebbrezza, ecc. che si provano sia prima che dopo quell'arco temporale, non siano anch'esse legate alla sessualità maschile.
(Parere mio personale, prima che me lo si faccia notare...).
La femminilizzazione è la mia vacanza dall'essere uomo.

Avatar utente
Marinatravoi
Lady
Lady
Messaggi: 941
Iscritto il: giovedì 27 agosto 2020, 0:20
Località: Milano
Età: 63
Contatta:

Utente incontrata

Accesso area fotografica

Re: QUEL BIMBO IMPACCIATO

Messaggio da Marinatravoi »

Monica Poli ha scritto: giovedì 7 gennaio 2021, 23:06
Cara Marina,
Per definizione, l'obbiettivo della seduzione femminile è l'uomo.
Questo non significa che un uomo en femme debba necessariamente essere attratto dagli uomini (io non lo sono mai stato) e magari farci sesso. Più semplicemente, nel caso riesca a "passare" come donna, in quelle vesti e se vuole, chi si traveste può anche constatare se la seduzione, oltre a funzionare con sé stesso, funziona anche con terze persone, che non possono che essere uomini.
Questo può significare anche solo stare in un bar a bere un caffè e che un uomo si alzi per fare i complimenti, come mi è capitato diverse volte, e questo è già di per sé divertente...

Cara Monica,
io penso che la donna in quanto tale possa cercare di sedurre chi desidera, se è etero sarà un uomo, ma se fosse lesbica potrebbe tentare di sedurre una donna...a parte questo, capisco che a te possa far piacere ricevere un complimento occasionale da un uomo, anche se non senti attrazione per gli uomini ( in questo non ci differenziamo noi due ), immagino che tu ti senta comunque lusingata...a me invece mi lascerebbe totalmente indifferente, mi interessa molto di più essere ritenuta carina ed elegante dalle donne, forse anche perchè sono molto più critiche rispetto agli uomini...
Marina

Rispondi