Le distinzioni

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angelaingrid
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Re: Le distinzioni

Messaggio da angelaingrid »

CristinaV ha scritto: lunedì 18 aprile 2022, 14:30
jessicaP ha scritto: lunedì 18 aprile 2022, 11:10 ma quando incontri il classico "boomer" figlio di un'altra generazione, eccono che partono i pregiudizi.
Come definire questo passaggio se non come figlio di un pregiudizio esso stesso? : Eeek :
E qui Cristina ha pienamente ragione. : Yahooo :
Anch'io sono un boomer, ma di pregiudizi non ne ho mai avuti, nemmeno mezzo. E almeno un buon 95% dei miei coetanei idem.
A parte forse verso chi ha dei pregiudizi... : Razz :
L'eterno fascino risiede nell'anima, non nel tempo o nella moda. La vera bellezza risiede nella grazia dell'anima, nel portamento e nella gentilezza, indipendentemente dall'età o dalla moda.

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Re: Le distinzioni

Messaggio da TittiOr »

etichette nn etichette poco cambia l'importante che un'etichetta nn diventi un muro altrimenti si che ci si fa del male. Comunque ieri al Pride la stragrandissima maggioranza erano ragazzine sotto i 20 anni e questo sufraga quelo che gli psicologi dicono da tempo, la nostra cultura sta evolvendo al femminile.
E se vogliamo andare anche + pesantemente riporto una frase di un'amica che da single ha fatto l'inseminazione artificiale (voi "riferita ai maschietti" nn servite a un c....)
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Re: Le distinzioni

Messaggio da jessicaP »

Steffi Ritzka ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 0:35 Essendo io l'autrice del post che ha scatenato questa discussione non potevo esimermi dal dire la mia, non prima Naturalmente di aver verificato su Wikipedia il significato della parola che ha scatenato questa discussione... che peraltro ringrazio, visto che ha fatto ottenere ad un mio post più commenti di quanto non potesse sperare... Sono soddisfazioni!. Probabilmente Il segreto sta nell'usare in maniera impropria qualche sostantivo di dubbia provenienza e di dubbio significato... Non si finisce mai di imparare! : Chessygrin :
Sono perfettamente d'accordo con quello che dici. Anche a me capita spesso che, in un'intera discussione, a volte venga dato risalto a cosa insignificanti tipo un termine usato male, oppure si fraintenda facilmente. Questo è perchè c'è molto buonismo diffuso, che peraltro oggi è di moda, dove si tende a rimarcare un errore più e più volte, facendo sentire in colpa chi lo ha usato.

tralatro l'accademia della crusca definisce il termine boomer in questo modo: "Appellativo ironico e spregiativo, attribuito a persona che mostri atteggiamenti o modi di pensare ritenuti ormai superati dalle nuove generazioni, per estensione a partire dal significato proprio che indica una persona nata negli anni del cosiddetto “baby boom”, e cioè nel periodo di forte incremento demografico che ha interessato diversi paesi occidentali al termine del secondo conflitto mondiale, tra il 1946 e il 1964".

Nel mio caso non c'è nulla di spregiativo, ma è attribuito a persone che disconoscono atteggiamenti oramai in voga nei tempi moderni, e rimangono confinati nei loro vecchi modi di pensare.
Vorrei davvero essere quella del mio avatar.

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Re: Le distinzioni

Messaggio da LauraB »

jessicaP ha scritto: domenica 10 luglio 2022, 11:13 è attribuito a persone che disconoscono atteggiamenti oramai in voga nei tempi moderni, e rimangono confinati nei loro vecchi modi di pensare.
io sono boomer e buonista. Contenta di essere della mia generazione e contenta di non essere cattivista.

Semanticamente non è un problema per me questo temine, lo diventa quando si inizia a generalizzare.
Nasco negli anni degli yippies, dei capelloni, minigonne etc, li ho assimilati.
Siamo una generazione aperta, vissuta libera, senza i tabu di oggi.
Poi come tutti puoi crescere conservatore o progressista. Puoi mantenere la mente aperta o puoi adagiarti nella ricchezza e agi raggiunti. Ecco, perche generalizzare su TUTTE le generazioni è rischioso, preferisco prendere direttamente le persone e dividerle tra "aperti" e "chiusi".
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Re: Le distinzioni

Messaggio da angelaingrid »

LauraB ha scritto: domenica 10 luglio 2022, 11:45 io sono boomer e buonista. Contenta di essere della mia generazione e contenta di non essere cattivista.
Semanticamente non è un problema per me questo temine, lo diventa quando si inizia a generalizzare.
...
Siamo una generazione aperta, vissuta libera, senza i tabu di oggi.
Poi come tutti puoi crescere conservatore o progressista. Puoi mantenere la mente aperta o puoi adagiarti nella ricchezza e agi raggiunti. Ecco, perche generalizzare su TUTTE le generazioni è rischioso, preferisco prendere direttamente le persone e dividerle tra "aperti" e "chiusi".
Io invece un po' cattivista sono... : Wink : : Chessygrin :

Ma, sinceramente, se devo fare un paragone tra la generazione del boom, alla quale mi onoro di appartenere, e quelle di adesso, direi che senza ombra di dubbio quelle con più tabù sono proprio quelle attuali. Parlateci, informatevi, e scoprirete moltissimi tabù per noi inconcepibili.
In ogni caso applaudo alla frase di Laura:
"perche generalizzare su TUTTE le generazioni è rischioso, preferisco prendere direttamente le persone e dividerle tra "aperti" e "chiusi".
: Thumbup : : Thumbup : : Thumbup : : Thumbup :
: Groupwave :
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Re: Le distinzioni

Messaggio da Coffee »

Coffee ha scritto: lunedì 18 aprile 2022, 13:55
jessicaP ha scritto: lunedì 18 aprile 2022, 11:10 [...] ma quando incontri il classico "boomer" figlio di un'altra generazione, eccono che partono i pregiudizi.
Ossignurrr, sono un boomer, mi scusi, é grave? -.^
Buongiorno. Mi sono accorto d'aver fatto una svistaderroredisbaglio. Faccio parte della generazione X! É grave? -.^

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Re: Le distinzioni

Messaggio da Loretta »

Questo dei boomer è un tema che mi affascina molto, secondo me meriterebbe una discussione a parte sul forum.
Qualche settimana fa mi sono imbattuta in un post su Facebook che recitava così:
<< Forse le VENTENNI di oggi non hanno mai pensato, che noi della mia generazione ormai nonne:
Indossavamo minigonne cortissime, pantaloni aderenti, stivali alti, e non portavamo il reggiseno..
Ascoltavamo Led Zeppelin, Who, Beatles, Rolling
Stones, Jimi Hendrix e Janis Joplin
“Cavalcavamo” su Mini Cooper e su moto
fighissime
fumato tabacco, bevuto gintonics e whisky..
Andavamo a festival musicali in mezzo al fango, magari ballando tra la folla
Vivevamo giornate lunghissime, perché non avevamo internet, smartphone, social, e della tv ce ne fregava assai poco..
‘Sappiatelo: non sarete mai fighe come lo era vostra nonna. Qualcuno ve lo doveva pur dire’.
Una Nonna >>

È vero che quelle ragazze di allora, ormai nonne, restano per me un mito (e forse IL MODELLO della donna che cerco di essere).
Però è anche vero che alla stessa generazione appartengono quelle tante persone per colpa delle quali “boomer” diventa oggi sinonimo di bigotto/conformista.
Questa contraddizione resta per me inspiegata.
Chissà magari molti dei “rivoluzionari” dell’epoca lo erano solo per emulazione e non ci credevano davvero? O semplicemente il tempo cambia le persone, o intere generazioni? Penso a questi versi di Vasco:
“E mi ricordo chi voleva
Al potere la fantasia
Erano giorni di grandi sogni... sai
Eran vere anche le utopie

Ma non ricordo se chi c'era
Aveva queste queste facce qui
Non mi dire che è proprio così
Non mi dire che son quelli lì”

Mi piacerebbe avere il parere di chi quegli anni li ha vissuti.
Io purtroppo posso solo morire di invidia per non aver avuto la fortuna di nascere qualche anno prima. ImmagineImmagine

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Re: Le distinzioni

Messaggio da LellaB »

Io c’ero, ero studente alle superiori e ricordo benissimo tutto quello che la nonna in questione descrive, comprese minigonne e stivaloni che ti provocavano pericolosi rimescolamenti del sangue. E lo ricordo con una certa nostalgia.

Ancora oggi ascolto prevalentemente musica degli anni ‘70 perché è bella, varia, difficile da suonare e da cantare. Non ho avuto la fortuna di indossare minigonne cortissime, lo faccio oggi con somma gioia anche se sono ormai una nonna perché la minigonna mi provoca ancora quei rimescolamenti : Chessygrin :

Non guardavo la tv e, se volevo sentire un amico, gli telefonavo e ci trovavamo in latteria, il bar era una roba da adulti... Ebbene sì, una volta, almeno qui a Torino, esistevano le latterie che potevano servirti latte-e-menta, latte macchiato e caffè, oltre a venderti formaggi e latticini vari…

Eravamo più aperti? Forse no, ma avevamo voglia di libertà, di sentirci adulti, di non sentire più qualche genitore dirci cosa dovevamo o non dovevamo fare. Ricordo la contestazione giovanile, i mesi di sciopero degli studenti e le corse a studiare per essere promossi, col minimo, ma promossi perché avevamo sete di vita, fretta di uscire dalla scuola per diventare adulti. Per noi libertà era conquistare l’indipendenza. Avere una famiglia era importante, ma anche dipendente dal nostro sentire. Essere “diverso” era una sfida, ahimè quasi sempre perdente.

Il bigottismo c’era eccome e i bigotti erano gli adulti di quei tempi. Se eri educato in un certo ambiente, non potevi che crescere con quella mentalità e diventare la bigotta/o di oggi. Molti hanno vissuto quei tempi, ma pochi ne hanno capito veramente lo spirito e pochissimi lo hanno messo in pratica, che non vuol dire essere diventati hippy, ma essere riusciti a realizzare la propria vita come l’avevamo sognata.
Antonella : Nar :

E' facile essere una femmina, bastano un paio di tacchi a spillo e abiti succinti. Ma per essere DONNA ti devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio (Anna Magnani)

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Re: Le distinzioni

Messaggio da Loretta »

LellaB ha scritto:Io c’ero, ero studente alle superiori e ricordo benissimo tutto quello che la nonna in questione descrive, comprese minigonne e stivaloni che ti provocavano pericolosi rimescolamenti del sangue. E lo ricordo con una certa nostalgia.

Ancora oggi ascolto prevalentemente musica degli anni ‘70 perché è bella, varia, difficile da suonare e da cantare. Non ho avuto la fortuna di indossare minigonne cortissime, lo faccio oggi con somma gioia anche se sono ormai una nonna perché la minigonna mi provoca ancora quei rimescolamenti : Chessygrin :

Non guardavo la tv e, se volevo sentire un amico, gli telefonavo e ci trovavamo in latteria, il bar era una roba da adulti... Ebbene sì, una volta, almeno qui a Torino, esistevano le latterie che potevano servirti latte-e-menta, latte macchiato e caffè, oltre a venderti formaggi e latticini vari…

Eravamo più aperti? Forse no, ma avevamo voglia di libertà, di sentirci adulti, di non sentire più qualche genitore dirci cosa dovevamo o non dovevamo fare. Ricordo la contestazione giovanile, i mesi di sciopero degli studenti e le corse a studiare per essere promossi, col minimo, ma promossi perché avevamo sete di vita, fretta di uscire dalla scuola per diventare adulti. Per noi libertà era conquistare l’indipendenza. Avere una famiglia era importante, ma anche dipendente dal nostro sentire. Essere “diverso” era una sfida, ahimè quasi sempre perdente.

Il bigottismo c’era eccome e i bigotti erano gli adulti di quei tempi. Se eri educato in un certo ambiente, non potevi che crescere con quella mentalità e diventare la bigotta/o di oggi. Molti hanno vissuto quei tempi, ma pochi ne hanno capito veramente lo spirito e pochissimi lo hanno messo in pratica, che non vuol dire essere diventati hippy, ma essere riusciti a realizzare la propria vita come l’avevamo sognata.
Grazie mille Lella! È proprio questo tipo di “testimonianze” che mi fa piacere leggere, per capire meglio lo spirito di quegli anni. Nel tuo racconto sento nostalgia ma anche orgoglio. Quei pochi di cui parli, che “sono riusciti a realizzare la propria vita come l’avevamo sognata” sono comunque utilissima fonte di ispirazione anche oggi. Magari quei sogni matureranno e torneranno più forti nelle nuove generazioni. Chissà
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Re: Le distinzioni

Messaggio da Io, (e) Giulia »

Ogni singola vita è un'epopea a se stante.

E gli stessi avvenimenti, gli stessi anni, pur se identici, possono essere vissuti diversamente, molto diversamente.

Io no ho avuto un Padre o una madre che mi dicessero cosa fare o che cercassero di inculcarmi il loro modo di vedere la vita.
Io sono stato il Padre e la madre delle mie sorelle e nessuno mi ha insegnato come farlo.
Ma, pur essendo del profondo sud, le ho lasciate libere di decidere come porsi nella vita (e non parlo solo delle minigonne), scegliendo, semplicemente, di stare loro accanto quando avevano bisogno di me, nel sacrosanto rispetto della loro autonomia decisionale.

E' penso, proprio, che questa fosse libertà.

Ero più aperta degli altri? Probabilmente si.

I giovani di oggi?

Sicuramente sono più liberi da molti vincoli morali, giusti o sbagliati che fossero, e ho avuto modo di constatare che sono molto più aperti, su certi argomenti, di quanto lo fossero i miei coetanei dall'ora.

Ma, forse, sono schiavi di altri vincoli (troppo benessere? Troppo danaro? Troppo falso social?)

Giulia ...... in perenne rimescolamento per una minigonna ...... da chiunque indossata ..... da lei stessa ........ o da altre donne.

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