Le bestie rare

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virgolette
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Le bestie rare

Messaggio da virgolette »

Ciao a tutti.

in questi giorni ho del tempo a disposizione e navigando in cerca di lumi ho incontrato una cosa che mi ha dato speranza.
In realtà questa discussione potevo inserirla anche nell'angolo dello sfogo, ma ho preferito considerarla una "tendenza" e quindi ve la sottopongo.

http://www.huffingtonpost.com/jacob-tob ... 76239.html" onclick="window.open(this.href);return false;

Io mi riconosco molto nella situazione descritta da chi scrive queste riflessioni, nel senso che pur non essendo gay, pur non sentendmi donna, pur non essendo transessuale mi piace indossare ALCUNI indumenti tipicamente femminili e questo mio stile non dovrebbe influire sulle mie relazioni sociali.
Evidentemente questo signore la pensa come me ed ha scelto di tirare dritto.
Però lui non vive in Italia.

Saranno graditi vostri commenti e considerazioni.

Buone vacanze,
Davide
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Roby
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Re: Le bestie rare

Messaggio da Roby »

Davide,

L’articolo è interessante ed apre a molte considerazioni anche se la situazione di quella persona è del tutto peculiare e forse è difficile da capire a fondo se non la si vive direttamente.

E’ vero che nel mondo del lavoro (con poche eccezioni) l’apparenza è tenuta in grandissima considerazione e spesso confusa con la professionalità; questo corrisponde con la mia esperienza in una grande azienda, in cui ho subito critiche (a volte anche il dileggio) quando portavo i capelli lunghi con taglio più femminile che maschile. Ancora oggi sono all’ordine del giorno le critiche per il collega che porta i dreadlocks, quello che d’estate viene in sandali per non parlare del collega dell’ufficio risorse umane che si vede spesso con pantaloni, giacche e borse inequivocabilmente femminili (c’è veramente da noi una persona così, non sono io).  Queste persone sono tollerate ma sicuramente non particolarmente benviste e difficilmente avranno accesso ad importanti percorsi di carriera.

Concentrandosi sulle espressioni legate al genere, io credo che la società sia in larghissima parte binaria per cui il genere è maschile o femminile, come dire o stai di qua o di là. Una persona transessuale o transgender non avrà di sicuro vita facilissima nelle aziende, però una volta dichiarato da che parte sta credo che il discorso possa essere relativamente gestibile.

La persona come l’autore dell’articolo che si definisce “gender not conforming” è ancora più spiazzante perché unisce segnali femminili nell’abbigliamento con altre caratteristiche assolutamente maschili come la barba o le gambe pelose. In base a quello che si legge è difficile dire che esprima un genere femminile: bisognerebbe sapere secondo quale modello di genere si rapporta agli altri, ma questo aspetto non è riportato nell’articolo. In italia per esempio, il semplice fatto parlare di sè usando le “A” oppure le “O” dice chiaramente in quale genere ci identifichiamo.

Probabilmente la persona in questione può essere vista come un uomo stravagante nel vestire, oppure veramente come il rappresentante di un genere “altro” dal Maschile o Femminile.

Certo è dura convincere la “società” che la stravaganza (nel senso di non aderenza a codici di abbigliamento condivisi dai più) sia limitata all’abbigliamento e non intacca la serietà e la professionalità della persona. Forse ce la si può fare facendosi conoscere ed apprezzare per il proprio lavoro, sapendo di essere comunque continuamente sotto esame e che l’asticella da passare è più alta che per altre persone aderenti a modelli più convenzionali.

Ancora più difficile sarà convincere la società che i generi possono anche essere altri, oltre al M e F.

Non so se ho centrato il punto: ho scritto un po’ di considerazioni fatte dal punto di vista di una persona che condivide il fatto di essere un pochino “fuori standard” ma che vive situazioni e percezione di sé diverse dall’autore dell’articolo.

A questo punto, caro Davide, mi piacerebbe sentire come la vedi tu che invece vivi una situazione piuttosto simile: ho letto molti tuoi racconti e riflessioni riguardo alle tue esperienze , ma non ricordo di aver letto qualcosa riguardo all’aspetto professionale che è il focus dell’articolo in questione. Secondo te è veramente una situazione diversa rispetto alle situazioni “casuali” oppure le problematiche sono le stesse ?

Un abbraccio

Susanna
La Roby

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sylvix
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Re: Le bestie rare

Messaggio da sylvix »

estetica a parte, condivido il punto di vista e mi ritrovo, per certi aspetti, nelle considerazioni del tizio.
probabilmente, fino allo scorso anno, avrei condiviso ancora di più, poi alcune cose sono cambiate nel modo in cui percepisco e mi percepisco, ma questo è un discorso diverso, che prima o poi affronterò qui sul forum.
l'unico aspetto nocivo alla causa è il considerarsi parte di qualcosa, 'genere non conforme', in questo caso, anche se in americano, quel 'conforming' potrebbe avere anche un'accezione più politica, quale il non sottomettersi ad alcuna 'religione', le cazzate di stato & chiesa.
tuttavia ognuno dovrebbe considerarsi atomicamente, un essere umano, per quello che è, senza campionarsi e perdere le sfumature che lo rendono differente da ogni altro: qualsiasi etichetta crea un punto di riferimento e di conseguenza un facile bersaglio per attacchi di ogni tipo.
deve essere la mente a muoversi, evitando di creare paludi autoassertive, costituite proprio da quelle sfumature perse, in cui sprofondare fino al soffocamento.
jeg taler ikke dansk!

Frida

Re: Le bestie rare

Messaggio da Frida »

Se ho capito bene si tratta di un neo laureato della Duke (mica pizza e fichi!) che lavorerà alla fondazione Clinton grazie al suo indiscusso talento. Nel contesto mi sembra tuttavia che non ci sia niente di straordinario, visti gli obiettivi della fondazione c'è sempre bisogno di reclutare nuovi talenti in nome del business. Direi che è certamente un fine comunicatore, se fosse licenziato resterebbe il dubbio se sia stata colpa della sua individualità "flamboyant" o della sua incapacità di agire professionalmente; meglio aver messo le mani avanti con un richiamo mediatico che potrebbe mettere a disagio il board della fondazione. Personalmente non credo che verrà discriminato; talentuoso, geniale, con forte personalità e fine comunicatore. Solo un idiota lo manderebbe via in questo momento. In fondo con quei bei pelazzi in vista, un incipiente monociglio, con la sua perfetta simmetria facciale che reclama un orgoglio mascolino mediterraneo, non si potrebbe dire che sia rimasto a secco di testosterone. La sua originalità invece ricorre a un "accessorio" che può togliere e mettere senza rilevanza sulle sue competenze ma che potrebbe influire sul suo agire professionale.

"Self espression", individualismo, dunque, possono influenzare le relazioni sociali? Certamente.
A lavoro la professionalità può essere influenzata dal proprio look? Certamente.
Poichè ogni contesto sociale è un sistema di persone, un comportamento sociale individualista non conforme pone inquietanti interrogativi sul futuro della socialità.

Personalmente posso registrare che il "pensiero queer" abbia avuto la capacità di "addensare" un bisogno di diversità ma che poggia su premesse "al ribasso" che qualche manipolo di illuminati stia cavalcando a proprio favore. Dire di non riconoscersi nel binarismo uomo donna non aiuta a credere nella diversità individuale come un valore sociale perchè presuppone prima l'iconoclastia di un pezzo rilevante della cultura occidentale.

Per fortuna ci pensa la moda che con le sue tendenze, la sua frivolezza, mondanità, sa esprimere con rigore la bellezza della contemporaneità. Nella società contemporanea, la procreazione, grazie alla tecnologia, non è più solo il frutto dell'unione di un uomo e una donna, ma può essere demandata in altro modo. Il genere e il sesso perdono la centralità del vivere sociale e aprono la via a domande sul significato di mascolinità e femminilità. Un uomo in abiti femminili è a mio avviso la massima espressione di mascolinità contemporanea. Un icona permanente del riconoscimento maschile della diversità femminie come completamento, integrazione della propria natura. C'è una bella differenza tra il crossdresser che nasconde la propria mascolinità, nel mortificante tentativo di annientare la propria natura, e un crossdresser che rende visibile la diversità maschile e femminile in un interezza armonica; allora il crossdressing si ridurrebbe a un segno di eleganza sulla mascolinità? perchè no?

Davide, voglio un tuo poster con dedica da appendere in camera mia : Love :

Baci Frida.

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Re: Le bestie rare

Messaggio da AnnaSettantatre »

virgolette ha scritto: ...
Saranno graditi vostri commenti e considerazioni.

Buone vacanze,
Davide
Qualcuno ha sottomano una buona traduzione inglese per "che stat"?!

Buone vacanze anche a te! : Wink :
Enjoy life, every second, every minute, every day, the in between moments, rain, wind and sunshine, everything will be ok.

"La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia." (E. Flaiano)

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Alyssa
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Re: Le bestie rare

Messaggio da Alyssa »

Non condivido le tue idee ma darei la vita per permetterti di esprimerle
Per estensione, se devo dire che mi piace il mix di aspetto mascolino sotto abiti femminili, direi una grossa panzana, ma è sacrosanto il diritto ad abbigliarsi come si desidera.
Il problema in ambito lavorativo nasce perché (in particolare quando si è a contatto con il pubblico) in quel momento si rappresenta il soggetto per cui si lavora.
In un certo senso è come se la nostra immagine in quel frangente non fosse più "nostra".
Non so se sia più così, ma un po' di anni fa, per lavorare da McDonald, non potevi avere barba o baffi.
Per uno che è affezionato alla propria barba potrebbe sembrare un'ingiustizia, ma, secondo me, chi caccia gli sghei ha tutto il diritto di decidere che immagine dare della propria attività basta che le regole siano chiare da subito.

In conclusione, Davide, se andassi a lavoro in minigonna, non potrei biasimare il tuo capo se ti chiedesse di andarti a cambiare.
Per il resto non commetti reato e puoi andare in giro come ti pare (ma questo lo sai già fin troppo bene : Wink : )

: Love :


Inviato dal mio spettegolefono utilizzando i miei polpastrelli.
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Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per questo mondo, che l’unica cosa che mi rasserena è la consapevolezza di essere stata autentica, di essere la persona più somigliante a me stessa che avrei potuto immaginare.
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Re: Le bestie rare

Messaggio da Kattyki »

Per estensione, se devo dire che mi piace il mix di aspetto mascolino sotto abiti femminili, direi una grossa panzana, ma è sacrosanto il diritto ad abbigliarsi come si desidera.
Il problema in ambito lavorativo nasce perché (in particolare quando si è a contatto con il pubblico) in quel momento si rappresenta il soggetto per cui si lavora.
In un certo senso è come se la nostra immagine in quel frangente non fosse più "nostra".
Non so se sia più così, ma un po' di anni fa, per lavorare da McDonald, non potevi avere barba o baffi.
Per uno che è affezionato alla propria barba potrebbe sembrare un'ingiustizia, ma, secondo me, chi caccia gli sghei ha tutto il diritto di decidere che immagine dare della propria attività basta che le regole siano chiare da subito.
Io condivido il pensiero di Alyssa, andare al lavoro, qualsiasi sia il tipo di lavoro, che abbia contato con il pubblico, chi ci mette la faccia, anche se non direttamente è sempre il principale, il boss o come meglio preferite considerarlo, perchè durante il lavoro tu rappresenti la casa per cui stai lavorando, in ogni casa ci sono delle regole, anche nelle nostre intime case, tipo a qualcuno non piace entrare con le scarpe, quindi quando sei invitato prima di entrare è educazione, nel rispetto della casa che ti invita, ti togli le scarpe, altri non usano tenere le finestre chiuse anche d'inverno, quindi quando sei li, che ti piaccia o no, ti sopporti la finestra aperta, io non apro nessuno, anche se conosco, perchè non sopporto avere visite che non mi aspettavo di avere, quindi le persone che conosco, sanno benissimo che se passano dalle mia parti, mi devono avvertire se decidono di venire a trovarmi, ecc. ecc.
Poi, dobbiamo essere obiettivi che nel mondo del lavoro, esistono dei canoni, comprensibili o meno per persone come noi, che ovviamente vanno rispettati, se non si è in grado di dividere la vita privata o le proprie abitudini dalla propria professione, significa a mio umile parere, non essere professionali, un buon professionista se tale è, deve essere in grado di dividere nettamente la vita privata dal lavoro.
Una mia carissima amica, è sempre frustrata perchè al lavoro lei deve sempre indossare un tayer, abbigliamento che lei odia fortemente, scarpe nere con tacco, capelli a mezza lunghezza, raccolti solo come consiglio della direzione, e sempre leggermente truccata, lei tutte le mattine deve seguire un rito di preparazione per essere presentabile al lavoro come è richiesto, non lo sopporta, odia il suo lavoro, il principale chiude un occhio solo nel caso in cui non sono previsti clienti in sede, ma se questo avviene regola tassativa presentarsi così.
Non capisco il perchè di queste frustrazioni, stai lavorando, non ti trovi al pub con le amiche o al centro commerciale, la frustrazione a mio avviso avviene perchè per egoismo vorremo che gli altri accettino senza condizioni il nostro modo di essere, certo, sono la prima a combattere per questa libertà, ma sono cosciente del fatto che la mia libertà termina dove inizia la libertà degli altri, se per essere come piace a me metto a disagio l'immagine del mio datore di lavoro, significa che prima di tutto non sono professionale, e secondo non so rispettare dei canoni che da secoli si richiedono in alcuni posti di lavoro.
Io odio da sempre la tipica giacca e cravatta e la polo, la polo........mamma mia, non esiste capo più insulso per me, non è ne una t-shirt, ne una camicia, un indumento insulso....vabbè, io li odio, ma quando vengo ingaggiata se mi dicono che li in quel posto devo presentarmi così, io così mi presento, se chi mi paga mi fa presente di alcuni canoni che devo rispettare, non capisco perchè li devo reprimere o frustrarmi psicologicamente come se fosse una violenza alla mia personalità, dentro io sono sempre e sempre rimango la stessa persona, non è il capo che indosso durante il lavoro a trasformare la mia identità.
Trovo che lui sia anche orrendo nel suo essere, capisco che gli piace indossare abbigliamento femminile, non sarei qui tra voi, ma con la peluria sulle braccia e le gambe, allora ti diverti proprio ad alimentare una guerra su chi e cosa vuoi essere, lui è parecchio singolare, esce parecchio dai canoni donna uomo, non è ne una ne l'altro, immagino che per il diretto principale, vedersi arrivare una persona così, sia piuttosto imbarazzante durante un meeting con i clienti, quindi in questo caso la sua ricerca di libertà è una netta dichiarazione di guerra verso delle banali regole di lavoro, perchè mai fai guerra a delle regole del posto di lavoro, non ne capisco l'utilità.
Probabilmente il mio punto di vista risulterà pesante, ma voglio sottolineare che al di la delle mie espressioni, io rispetto chiunque e qualsiasi sia la personale scelta di vita, non rispetto chi non riesce a dividere nettamente la propria vita privata dalla propria professione, perchè a mio umile parere, significa non essere professionali, immaturi e con una sorta di egoismo inutile per il tuo lavoro, quindi per quanto bravo o brava tu sia nel tuo lavoro, in casi come questi, non sei professionale.

Katty

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Re: Le bestie rare

Messaggio da Favolosaa »

Concordo pienamente con kattyKi. Io da ventenne x mantenermi all'università e il mio piccolo hobby del travestirmi,lavoravo per una impresa di pulizie che mi assegno alcuni stabili ad uso amuletoriale e socio assistenziale da pulite quotidianamente, e nei fine settimana essendo chiusi eseguire pulizie più approfondite senza limiti di tempo. Erano gli anni che la mia voglia di essere Mery era incontrollabile e tutto ciò che facevo lo volevo fare da Mery. Durante la settimana eseguivo le pulizie in abiti maschili x evitare arrivi improvvisi di qualche addetto ma nel fine settimana mi concedevo alla mia più grande passione e mi portavo tutto l'occorrente per essere Mery al meglio. Non è di certo il massimo della praticità pulire in tacchi alti e gonna aderente ma di certo molto stimolante che trasformava in lavoro poco gratificante in un puro divertimento ... Di certo se ci fosse stata anche una remota possibilità che potesse giungere qualche intruso non lo avrei mai fatto, primo per la mia persona e poi per rispetto di chi mi ha dato fiducia e uno stipendio... La mia performance dì sicuro non influenzava di certo la qualità del mio operato anzi lavoravo talmente con piacere che non guardavo al tempo che trascorreva piacevolmente.. Certo potrebbe anche essere stimolante e redditizio avere un dipendente che messo a suo agio nei panni che più desidera ma sempre rispettando i clienti e i datori di lavoro..

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Re: Le bestie rare

Messaggio da LauraB »

In ambito privato uno puo fare quello che vuole, sul lavoro le cose cambiano un po...
Innanzitutto dipende dal tipo di lavoro, non è possibile generalizzare, bisogna valutare caso per caso attenendosi da parte del dipendente il più possibile alle direttive aziendali, e da parte dell azienda agire con flessibilità e intelligenza. Non c è niente di peggio che un dipendente insoddisfatto o messo in difficoltà con richieste sbagliate. A proposito ricordo quell azienda che imponeva alle dipendenti donne a contatto con il pubblico scarpa nera, elegante e con tacco 5 10 cm.. ok l eleganza, ok il nero, ma una giornata a contatto con il pubblico in tacchi non è il massimo..
Se il lavoro prevede un contatto con il pubblico, un abbigliamento adeguato e consono all ambiente ci sta. Se questa persona è la prima con cui il cliente si interfaccia, è importante l immagine. A nessuno piace perdere clienti.
Al netto di cio, la professionalità non ha niente a che vedere con l abbigliamento. La professionalità viene dall aver studiato, dall esperienza, dalla capacità dell azienda di mettere il proprio personale in grado di agire con competenza e in ultimo dalla bravura del dipendente. Se indosso jeans rosa o gonna/pantaloni neri non inficia le mie capacità lavorative.
Kattyki ha scritto:Una mia carissima amica, è sempre frustrata perchè al lavoro lei deve sempre indossare un tayer, abbigliamento che lei odia fortemente, scarpe nere con tacco, capelli a mezza lunghezza, raccolti solo come consiglio della direzione, e sempre leggermente truccata, lei tutte le mattine deve seguire un rito di preparazione per essere presentabile al lavoro come è richiesto, non lo sopporta, odia il suo lavoro, il principale chiude un occhio solo nel caso in cui non sono previsti clienti in sede, ma se questo avviene regola tassativa presentarsi così.
come dicevo, una persona frustrata difficilmente renderà al meglio e questo lo si puo tranquillamente percepire a pelle. Va a discapito del lavoratore e dell'azienda. In America avevano inventato il casual al venerdì.. Non sto dicendo che bisogna essere liberi di andare al lavoro indossando quello che si vuole, ma che ci vuole, come dicevo, flessibilità. Ok al trucco, dipende da cosa si intende. Ok alle scarpe, ma il tacco? A che serve? Ok ai capelli raccolti, ma la lunghezza media? E' vero che si tratta di lavoro, ma non è l esercito..

nel caso dell articolo, anche io faccio fatica ad accettare il tipo, ma è un problema mio.. (però i pelazzi sulle gambe nooooo.. : Eeek : ). Sdoganare look fuori dalla norma è sempre difficile, per chi lo fa è un prezzo alto da pagare, saranno poi altri a goderne dei frutti di questa "battaglia".
Quello che non deve mai mancare, invece è il rispetto.

Altro punto, le imposizioni. A volte diamo le cose per scontate, ma se ad un uomo per lavorare imponessero la gonna? o i tacchi(su scarpe da uomo)? Se il principale fosse donna e volesse dire la sua ai maschi? siamo certe che la penseremmo ancora nello stesso modo ( lo so, è una provocazione).
Penso poi al discorso del burqa & co (vediamo adesso alle olimpiadi), e a tutto quello che ci sta dietro.. ma qui forse vado fuori tema.
Laura Bianchi

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Re: Le bestie rare

Messaggio da Valeria »

non vedo percheè sempre fare dell'abito una roba che non è.

Se si va a lavorare è opportuno andarci in un determinato modo.

Non vedo di che far tante parole.

Sarebbe singolare vedere il sig. rossi muratore in minigonna e tacchi intonacare una parete con tanto di smalto sulle unghie ecc. come sarebbe surreale vedere sempre il sig. rossi andare in ufficio vestito da mare con costume e pinne e maschera.

Si deve usare il buon senso sempre e tutto il resto sono parole vuote senza senso e senza buon senso e leggermente fuori di melone.

bacio
Valeria

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