Ora... gia' ci si mettono i sedicenti "normali" a farci sentire delle bestie rare (e probabilmente ciascun* lo e' a modo suo, come dall'alto della moderazione e' stato ricordato), ma avete presente quel prurito, quella tosse che non se ne va via, quel sintomo qualsiasi che prima ti spinge a cercare su una enciclopedia medica (e c'e' chi non se le compra di proposito) e poi su Internet, per convincerti da te (a sproposito, ovvio) di essere un caso grave?
Allora...
Un giorno chiedo un'amicizia su un social: e' un profilo intellettualmente interessante, abbiamo qualcosa in comune e non e' soltanto una "micizia" con nome e cognome che entrambi conosciamo, ci sono interessi specifici. Per un po' (poco) fila tutto liscio, c'e' un interessantissimo scambio di informazioni; poi faccio lo sbaglio di commentare un paio di gambe (le sue, non ho chiesto io di postare quella foto) che sono oggettivamente da urlo e meritano, per valorizzarle, del nylon. L'avessi mai fatto. Cisgender etc., non mi capisci etc., ma lo sai che cos'e' la disforia etc. (no, figurati: ho vissuto coi Talebani gli ultimi quarantasei anni e quindi vado a caccia di contatti come te proprio per criticarli)... feticista.
Provo a spiegarmi, ma niente: contatto troncato e perso, seppure in modo garbato. Forse l'errore grosso e' stato tentare di alleggerire i toni sdrammatizzando con qualcuno che si prende troppo sul serio. Forse non e' stata nemmeno una grande perdita interrompere i contatti con chi non sa ridere di se': come la volpe con l'uva, sto facendo del mio meglio per convincermi che sia cosi'. Feticista, pero', mi mancava. Sentirmi appiccicare addosso un'etichetta non e' mai bello, specialmente da chi dovrebbe appartenere a un mondo dove ampie vedute dovrebbero essere la regola. Se devo fidarmi del giudizio altrui, sono grave.
Poco tempo dopo, ripasso sul forum e sento sempre piu' spesso scrivere di "parafilie", termine che indica una vera e propria patologia. Hm. Sono grave.
Un'altra volta leggo: ciao, sono X e sono Y giorni che non mi vesto da donna. Mi e' sembrata la classica affermazione da terapia di gruppo. Hm. Sono grave.
Ultimamente si azzarda ogni genere di ipotesi: di timidezza, di fuga dalle donne (no, non e' la stessa cosa della timidezza), di idealizzare in se' stessi una immagine femminile (beh, se uno e' crossdresser mi pare anche possibile), addirittura di autoginefilia, termine che non conoscevo... manca giusto Edipo e c'e' tutto. Hm. Sono grave.
O forse no.
Mi spiego: da una parte, spero di avervi fatt* almeno sorridere, e forse richiamato pure vecchi ricordi e sensazioni ormai lasciate indietro. Dall'altra, rifiuto proprio di ritenermi un "caso", e men che meno "grave". Rifiuto, cioe', di credere che basti poco per passare dal contesto delle norme sociali (che sono la cosa piu' fluida di questo mondo, e personalmente ci conto perche' quella e' la sola strada che conosco verso l'accettazione generalizzata) a quello della salute mentale. Adesso, forse, e' piu' chiaro perche' non sono intervenuto su alcuni argomenti. Ho fatto prima riassumendo tutto qui.
