Eravamo trentaquattro

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Steffi Ritzka
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Re: Eravamo trentaquattro

Messaggio da Steffi Ritzka »

: Groupwave : : Groupwave :
Anna ha scritto: mercoledì 8 giugno 2022, 21:13 In realtà eravamo una decina di meno e in quei giorni tutto sembrava tranne che quei giorni, tanto erano presenti, fossero destinati a diventare passato.
Giulio Cesare oltre ad essere, come dice Svetonio, il nome del primo dei dodici Cesari,
è anche il nome di un liceo romano e, incidentalmente, quello di una canzone di Antonello venditti di cui oggi, per quegli strani percorsi che a volte fa la memoria, mi è tornata in mente una frase!

…eravamo 34 e adesso non ci siamo più.... e seduto in questo banco ci sei tu.

Ho pensato che la prima volta che ho sentito questa canzone seduta in quel banco, in fondo a sinistra, io mi ci sentivo come il naufrago delle vignette della settimana enigmistica. Seduto sotto una palma spelacchiata, per orizzonte una sottile linea nera.
Stamattina presto sono risalita dal ponte della musica verso la Flaminia per poi percorrere quest’ultima in direzione piazza del Popolo.
Le prospettive ampie del quartiere Flaminio fanno si che l’altezza dei palazzi raramente riesca a coprire la linea d’orizzonte, che questa mattina era di colore celeste chiaro.

ho pensato alla frase della canzone. Sono tornata con la memoria a quel banco, non lo facevo di non so quanti anni.
L'ho trovato, finalmente, vuoto! Ho pensato che forse è scampato a ministeriali ricambi di arredi e che forse il nome Anna, piccolo piccolo, inciso con l'ago del compasso uno degli ultimi giorni passati in quell’aula, è ancora li. Questo pensiero mi ha fatto un po’ tenerezza, appena un po’.

Anna
Una notte quasi insonne, una delle tante, d'altronde l'ho anche scritto in un racconto del fascino che la notte ha sempre esercitato su di me... Dopo il solito bighellonare senza meta nel mare della rete, decido dopo svariati giorni di assenza di fare una capatina nel forum e trovo il tuo racconto... che mi ha obbligato a ripensare ai miei ricordi ormai troppo sbiaditi per poterli collocare nell'esatta cronologia degli eventi....
Ho sempre provato una sana invidia per chi non ha mai lasciato il proprio luogo d'origine, amici, conoscenti, luoghi, diventati col tempo l'essenza stessa della memoria e del senso di appartenenza, cosa per me del tutto sconosciuta... una volta scrissi che che avrei voluto fuggire e che invece non lo feci...
Forse sto continuando a fuggire senza nemmeno rendermi conto...va bene così .
Grazie amica mia...
Elle s'en fout, elle balance son cul avec indolence.
Elle s'en fout
Elle s'en balance de savoir ce que les autres pensent...

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Anna
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Re: Eravamo trentaquattro

Messaggio da Anna »

Steffi Ritzka ha scritto: sabato 11 giugno 2022, 4:55 : Groupwave : : Groupwave :
Anna ha scritto: mercoledì 8 giugno 2022, 21:13 In realtà eravamo una decina di meno e in quei giorni tutto sembrava tranne che quei giorni, tanto erano presenti, fossero destinati a diventare passato.
Giulio Cesare oltre ad essere, come dice Svetonio, il nome del primo dei dodici Cesari,
è anche il nome di un liceo romano e, incidentalmente, quello di una canzone di Antonello venditti di cui oggi, per quegli strani percorsi che a volte fa la memoria, mi è tornata in mente una frase!

…eravamo 34 e adesso non ci siamo più.... e seduto in questo banco ci sei tu.

Ho pensato che la prima volta che ho sentito questa canzone seduta in quel banco, in fondo a sinistra, io mi ci sentivo come il naufrago delle vignette della settimana enigmistica. Seduto sotto una palma spelacchiata, per orizzonte una sottile linea nera.
Stamattina presto sono risalita dal ponte della musica verso la Flaminia per poi percorrere quest’ultima in direzione piazza del Popolo.
Le prospettive ampie del quartiere Flaminio fanno si che l’altezza dei palazzi raramente riesca a coprire la linea d’orizzonte, che questa mattina era di colore celeste chiaro.

ho pensato alla frase della canzone. Sono tornata con la memoria a quel banco, non lo facevo di non so quanti anni.
L'ho trovato, finalmente, vuoto! Ho pensato che forse è scampato a ministeriali ricambi di arredi e che forse il nome Anna, piccolo piccolo, inciso con l'ago del compasso uno degli ultimi giorni passati in quell’aula, è ancora li. Questo pensiero mi ha fatto un po’ tenerezza, appena un po’.

Anna
Una notte quasi insonne, una delle tante, d'altronde l'ho anche scritto in un racconto del fascino che la notte ha sempre esercitato su di me... Dopo il solito bighellonare senza meta nel mare della rete, decido dopo svariati giorni di assenza di fare una capatina nel forum e trovo il tuo racconto... che mi ha obbligato a ripensare ai miei ricordi ormai troppo sbiaditi per poterli collocare nell'esatta cronologia degli eventi....
Ho sempre provato una sana invidia per chi non ha mai lasciato il proprio luogo d'origine, amici, conoscenti, luoghi, diventati col tempo l'essenza stessa della memoria e del senso di appartenenza, cosa per me del tutto sconosciuta... una volta scrissi che che avrei voluto fuggire e che invece non lo feci...
Forse sto continuando a fuggire senza nemmeno rendermi conto...va bene così .
Grazie amica mia...
“Il punto di fuga è quello da cui partono infinite linee: basta seguirle, per scoprire altrettante realtà, dimensioni, mondi”

Punti di fuga, Pino Cacucci

Un abbraccio amica mia 😘
E Anna verrà
Col suo modo di guardarci dentro
Di sorridere di questa libertà

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sylvix
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Re: Eravamo trentaquattro

Messaggio da sylvix »

Anna ha scritto: sabato 11 giugno 2022, 8:32 “Il punto di fuga è quello da cui partono infinite linee: basta seguirle, per scoprire altrettante realtà, dimensioni, mondi”
il punto di fuga è anche quello in cui ritorni, quando ti sei rotto i coglioni delle altre realtà, dimensioni e mondi.
jeg taler ikke dansk!

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